Traduzione integrale dell’editoriale del numero di marzo 2022 di U Ribombu.
Vai allo speciale Corsica sugli sviluppi della vicenda Yvan Colonna.
di Eric Simoni
Da ormai sette anni abbiamo a portata di mano l’evidente possibilità di una soluzione pacifica, negoziata e rispettosa della democrazia. Lo Stato francese, la cui identità profonda non è mai cambiata, ha deliberatamente scelto la politica del disprezzo e dell’umiliazione del nostro popolo. Dobbiamo analizzare in profondità i motivi che hanno ispirato questa nefasta scelta il cui estremo è rappresentato dal trattamento che è stato riservato a Yvan Colonna.
In questa vicenda la parola d’ordine “Stato francese assassino” non è solamente un grido d’allarme bensì un modo per individuare chiaramente le responsabilità. È diventata rapidamente una bandiera comune, che unisce tutte le generazioni, per un popolo che ha dimostrato di essere pronto a far fronte all’aggressione che sta subendo da troppo tempo.
Le cifre sulle partecipazione alle manifestazioni fornite dai servizi statali francesi dimostrano quanto dia fastidio la grandezza della manifestazione del 6 marzo a Corte. È stato fatto di tutto per nascondere questi numeri sui media francesi perché, rapportati alla Francia e in proporzione alle rispettive popolazioni dei nostri due Paesi, equivarrebbero a una folla tra due e quattro milioni di persone. Una cosa mai vista. Tanto più se teniamo presente che nel giro di una settimana quell’esperienza si è ripetuta a Bastia con sviluppi che difficilmente possono essere ignorati.
Tutto ciò dimostra anche che in questa vicenda, come in molte altre, il sistema straniero che ci opprime è pronto a mentire su pressappoco tutto. Sicuramente la verità non arriverà mai da loro. Coloro che fanno finta di crederci si renderanno oggettivamente complici di una menzogna di Stato.
Tutti in Corsica hanno capito bene che in questo momento la versione ufficiale della vicenda Yvan Colonna non è credibile […] come d’altronde succede da molto tempo tra trucchi cervellotici, spie omicide e altre cose simili della quali la “Repubblica una e indivisibile” si è resa colpevole in Corsica negli ultimi decenni.
Ma nei momenti già duri della nostra storia nazionale si è sempre risvegliata una coscienza, una forza di resistenza, uno slancio comune che spinge il nostro popolo alla lotta, come se facesse propria la profezia di Holderlin: “laddove c’è pericolo, cresce anche ciò che salva”. Ciò che può salvare oggi la Corsica, chiaramente, è la sua gioventù.
Una gioventù che reagisce spontaneamente a ciò che è ignobile e intollerabile. Per contro i mercenari dello “stato di diritto” francese non esitano a mietere vittime sia tra i più giovani che tra gli adulti, traducendo concretamente la cecità repressiva che costituisce l’unica risposta di uno stato straniero bugiardo e – che vogliamo o meno ammetterlo – assassino.
Dopo tanto disprezzo, cinismo e ignominia dei confronti di un popolo che dopotutto non chiede altro di vedere rispettati i suoi diritti inalienabili, ci sarà una vera pacificazione solo quando tutti i patrioti imprigionati saranno stati liberati e a seguito di un vero processo di decolonizzazione del nostro Paese.
Vai allo speciale Corsica sugli sviluppi della vicenda Yvan Colonna.