Pubblichiamo la traduzione dell’articolo di Jean-Guy Talamoni, ex presidente dell’Assemblea di Corsica, pubblicato sul numero di marzo di U Ribombu, il mensile di Corsica Libera. L’articolo è stato scritto prima dell’arrivo della notizia della morte di Yvan Colonna.
Vai allo speciale Corsica sugli sviluppi della vicenda Yvan Colonna.
di Jean-Guy Talamoni
Mentre vengono scritte queste righe un militante della causa còrsa lotta contro la morte e decine di migliaia di compatrioti lo sostengono, anche oltre il numero di coloro che hanno manifestato negli ultimi giorni. Il momento che stiamo vivendo è grave e il nostro pensiero va prima di tutto a Yvan Colonna e ai suoi.
Un grido, un vecchio slogan che viene dalla storia delle lotte còrse è emerso nel pieno di una situazione drammatica: “Statu francese assassinu!”. Il nuovo prefetto ha ritenuto opportuno contraddirlo dalle colonne del quotidiano Corse-Matin: “lo Stato francese non è assassino”, ha dichiarato. E dice questo nel pieno delle sue funzioni.
Funzioni che consistono, in certi casi, nel dover negare l’evidenza. Non ripeterò qui il lungo elenco delle ignominie di cui lo Stato francese si è reso colpevole nella sua storia e che è arrivato anche a riconoscere per voce dei suoi più alti rappresentanti.
Sarebbe il caso di chiedere loro un nuovo pentimento, stavolta sulla questione Corsica? Non sono sicuro che questo sia una priorità. Già sarebbe apprezzabile che si astenessero dal fare nuovamente ostacolo alla verità e alla giustizia. Del resto per uno Stato essere assassino e bugiardo non costituisce un elemento di originalità: “Lo Stato è il più freddo dei mostri freddi”, ci dice Nietzsche, aggiungendo che “mente in modo freddo; e così la menzogna gli sfugge dalla bocca” quando equipara se stesso al popolo. Il filosofo ci ricorda anche un’altra evidenza: lo Stato non è il popolo. Lo Stato francese non è il popolo francese. Dobbiamo ricordarlo in ogni circostanza per non cadere anche noi nell’ingiustizia. Molti francesi hanno sostenuto i militanti corsi e in particolare Yvan Colonna. I nomi che compaiono nel comitato di sostegno ne sono testimonianza.
Ciò non toglie che le élite che governano la Francia da secoli ci appaiono insopportabili ed fatte con lo stampino, ad eccezione di rare eccezioni come le personalità di Victor Schœlcher, Pierre Mendès France e pochi altri…
I leader francesi, da Choiseul a Macron, prendono in considerazione solo i rapporti di forza. La loro lunga esperienza in colonialismo li ha addestrati a riconoscere gli anelli deboli. I movimenti e le personalità da cui sanno di non aver nulla da temere ricevono nient’altro che il loro disprezzo, talvolta addolcito da false cortesie.
Tra tutti i popoli liberi, scrivono la storia solo quelli che hanno dato prova di determinazione.
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