Corsica Libera, iRS, ProgReS, Torra e opposizioni: atti concreti sui costi delle basi

Giovedì 23 febbraio 2023, conferenza stampa internazionale in Consiglio Regionale delle forze politiche indipendentiste sarde e còrse iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera, di Gianfranco Ganau (cofondatore assieme all’indipendentista Jean-Guy Talamoni della Consulta Sardo-Còrsa), di tutti i capigruppo di opposizione del Consiglio Regionale sardo e dell’avvocato Alessio Alias, presidente del Comitato Paritetico sulle servitù militari. Tutti hanno chiesto che le Giunte e i Presidenti di Sardegna e Corsica si attivino immediatamente per l’applicazione degli ordini del giorno proposti dagli indipendentisti e approvati nelle scorse settimane dalle Assemblee sarda e còrsa: commissionare lo studio internazionale su costi, mancato sviluppo, danni e ricavi delle basi militari francesi, italiane e NATO; chiedere conto a Governi e Ministeri dei bilanci delle aree occupate dai militari; riunire urgentemente l’organismo istituzionale della Consulta Permanente Sardo-Còrsa.

CORSICA LIBERA

La delegazione di Corsica Libera, composta dal portavoce Petru Antone Tomasi, dal responsabile internazionale Jean-Marc Rodriguez nonché dagli esponenti Sophie Cécile Padovani, militante ed eletta nel Consiglio di Corsica Libera Aiaccio, e François Benedetti di Corsica Libera Aiaccio.

Petru Antone Tomasi, portavoce di Corsica Libera, intervistato dal TGR Rai

Petru Antone Tomasi: “E’ stata votata anche dall’Assemblea di Corsica una mozione approvata a grande maggioranza per chiedere le stesse cose del vostro ordine del giorni: studio indipendente e fare i conti sulle servitù militari in Corsica. Vedo che il discorso degli Stati è uguale e verte sulla dimensione strategica e le domande dei politici nelle due Isole sono simili. Da parte di Parigi l’idea che la Corsica sia un costo per lo Stato ma noi vogliamo anche chiederci quanto la Corsica regala allo Stato francese. E credo che questa sia una dinamica che può interessare anche al popolo sardo. La collaborazione istituzionale tra Corsica e Sardegna è stata inaugurata dai presidenti Ganau e Talamoni nella scorsa legislatura, chiediamo che venga rilanciata l’iniziativa comune, che rappresenta un messaggio simbolico politico molto forte. Lo studio che chiediamo è importante perché vogliamo capire se il nostro destino di Isole e popoli del Mediterraneo è quello di essere delle portaerei militari dello Stato italiano e dello Stato francese, tanto più alla luce della situazione geopolitica internazionale attuale. L’occupazione militare è un costo per le nostre economie, comporta rischi per la salute e ci coinvolge in una strategia geopolitica che non ci conviene. Noi non diciamo semplicemente no alle basi militari ma abbiamo delle proposte per la loro riconversione. Come nel caso della base NATO di Solenzara: noi crediamo che alla luce del suo posizionamento strategico può essere il Mediterraneo un punto di appoggio per la protezione civile, per la lotta agli incendi e gli si può dare una dimensione di interesse generale e comune per i nostri popoli. Crediamo che lo studio che chiediamo permetterà di mettere all’ordine del giorno del dibattito pubblico politico il futuro di questi siti occupati oggi dalle servitù militari. In seconda istanza vogliamo fare i conti: domani a Parigi ci sarà una riunione tra gli eletti còrsi e il Ministro degli Interni francese sull’evoluzione statutaria della Corsica. E circola un motivetto che allude a quanto la Corsica costa allo Stato francese. Per noi costa poco e forse è lo Stato francese che costa alla Corsica. Pensiamo che si debbano fare i conti su tutto: quanto pagano i còrsi con le tasse e le imposte, quanto queste basi fruttano allo Stato francese, cifre sotto segreto di stato. Ma noi sappiamo che altrove nel mondo queste basi hanno una dimensione economica fortissima, e noi vogliamo sapere. I parlamentari hanno giocato il loro ruolo, hanno votato, ora tocca alle giunte ad agire e a prendersi carico di questa iniziativa”.

IRS, PROGRES, TORRA

Per gli indipendentisti sardi erano presenti le delegazioni di iRS, ProgReS e Torra, forze impegnate nel processo di dialogo Est Ora, con Adriano Sollai, Simone Maulu, Franciscu Pala, Giacomo Guiso, Gavino Sale, Daniele Mura, Bettina Pitzurra, Alessandro Vinci, Federico Coni, Nicola Meloni.

Simone Maulu e Gianfranco Ganau

Simone Maulu ha dichiarato: “Essere oggi qui, nella massima istituzione della Sardegna, insieme ai fratelli Corsi è un fatto storico. Per la prima volta i Sardi e i Corsi si organizzano insieme e portano avanti uniti una battaglia comune sia a livello popolare che a livello istituzionale. Questo è l’inizio di un’alleanza internazionale tra le due isole, tra due popoli fratelli, che apre una nuova prospettiva politica che ci unisce e ci rafforza. Questo rappresenta un cambio di tattica. Per vent’anni abbiamo manifestato, battagliato, occupato basi militari e in questi anni la sensibilità su questo tema è cresciuta moltissimo e ha coinvolto tutta la società sarda. Ora a questa battaglia popolare vogliamo affiancare una battaglia istituzionale.

Abbiamo preso l’esempio de La Maddalena, quando nel 1996 il Sindaco Pasqualino Serra ha commissionato uno studio per valutare l’impatto della base, i costi e i benefici in 25 anni di presenza e da questo studio è stato dimostrato un disavanzo economico di 45 miliardi di lire, solo a La Maddalena. Studio che non è stato mai contestato da nessuno, nemmeno dai militari. Quindi immaginiamo se questi dati fossero moltiplicati per 35mila ettari in tutta la Sardegna. 

L’ordine del giorno che iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera hanno promosso e messo a disposizione del Consiglio Regionale auspica una valutazione dei costi e dell’impatto delle basi militari negli ultimi cinquant’anni in Sardegna è stato presentato come primo firmatario dall’Onorevole Ganau in quanto figura simbolica perchè fondatore insieme all’ex Presidente Talamoni della Consulta sardo-còrsa è stato votato all’unanimità da tutto il Consiglio con parere favorevole della Giunta ed è stato approvato anche dall’Assemblea di Corsica. Questo è un risultato molto importante ed è solo l’inizio di questa nuova battaglia istituzionale sulla quale tutti, Sardi e Corsi dobbiamo vigilare attivamente. 

Il presidente Solinas ora è impegnato formalmente a riunire la Consulta sardo-còrsa e a valutare la possibilità di intraprendere assieme azioni comuni. Deve essere commissionato uno studio super partes che valuti i danni, i costi e i benefici. Inoltre vogliamo sapere quanto incassa lo Stato dall’affitto dei poligoni Sardi agli eserciti di tutto il mondo e alle multinazionali delle armi.Una volta che abbiamo questi dati possiamo avviare una trattativa con lo Stato Italiano con numeri alla mano perché il diritto alla conoscenza non è solo un fattore economico ma soprattutto una questione di dignità morale. Da sempre ci hanno raccontato che le basi militari danno lavoro. Le ultime dichiarazioni da parte dei vertici delle Forze armate in merito alle esercitazioni Nato che si svolgeranno questa primavera in Sardegna sono imbarazzanti. Dicono che sarà una grossa opportunità economica per le lavanderie della zona. Il solo fatto che loro pensino che noi ci possiamo credere ci offende profondamente. Ora vogliamo fare i conti reali, cioè vogliamo sapere quanto costa la dipendenza dallo Stato italiano in termini di occupazione militare. Una volta che sarà effettuato questo studio rimarranno due opzioni: o siamo tutti ricchi e non ce ne siamo accorti, oppure ci devono un sacco di soldi e noi vogliamo sapere quanto”.

Adriano Sollai

Adriano Sollai: “Abbiamo una situazione che è sotto gli occhi di tutti, un peso sproporzionato della presenza militare in Sardegna che non può che indurre una classe politica autonomista a prendere necessariamente posizione. Quindi noi abbiamo visto con grande piacere e soddisfazione il fatto che il Consiglio Regionale abbia accolto e votato questa nostra proposta, questo ordine del giorno. Credo che anche il linguaggio di fronte a una sproporzione del genere necessiti un mutamento, proprio per andare al di là della narrazione propagandistica. In Sardegna abbiamo una vera e propria occupazione militare, è una situazione di fatto che sfiora l’illegalità perché vi sono tutta una serie di elementi che sono stati messi in luce dalla magistratura che portano a ritenere che all’interno dei poligoni siano state poste in essere anche delle attività illecite per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e la tutela della salute. Quindi riteniamo che sia fondamentale, e siamo ben contenti di questa unanimità di condivisione, affinché una commissione internazionale possa veramente indagare su quelli che sono tutti gli aspetti che ruotano intorno alla presenza militare in Sardegna. Questo a nostro avviso è un primo passaggio perché il secondo passaggio deve essere necessariamente quello di un rinnovato confronto con lo Stato italiano al fine di ridiscutere la presenza e l’occupazione militare.

LE OPPOSIZIONI IN CONSIGLIO REGIONALE

La conferenza stampa ha visto la partecipazione di tutti i capigruppo delle opposizioni: Eugenio Lai (Verdi-SI, Possibile, Art.1), Alessandro Solinas (M5S), Gianfranco Ganau (PD), Francesco Agus e Massimo Zedda (Progressisti).

Gianfranco Ganau (PD): “Saluto in particolare gli esponenti di Corsica Libera che sono qui con noi. Il tema che affrontiamo oggi è un tema storico, quello delle servitù militari che come noto gravano per il 65% sul nostro territorio. Il 65% di tutte le servitù militari nazionali sono concentrate sulla Sardegna. Questo comporta oltre trentamila ettari di terreno che sono vincolati per usi militari di cui oltre 13mila gravati da servitù militari vere e proprie, con 80 chilometri di coste che sono inaccessibili per attività economiche e turistiche. Abbiamo i poligoni di Perdas e di Teulada che sono in assoluto i più vasti d’Europa con tutta quanta una serie di dubbi sull’inquinamento e sulle ricadute sulla salute che ovviamente non aiutano le zone circostanti a fare turismo salutare e garantito come quello che viene richiesto oggi. E’ dal 1981 con la prima conferenza sulle servitù militari che si è posto il problema di un riequilibrio di queste, mai attivato, con procedure trasparenti e continue, che ha avuto semplicemente un minimo e parzialissimo risultato con l’accordo fatto con la Giunta Pigliaru che ha liberato almeno parzialmente e in alcuni periodi alcune aree ma senza una reale e sostanziale riduzione dell’impatto delle servitù militari.

Ricordo che la Consulta Sardo-Còrsa che è stata istituita nel 2016, dopo il rinnovo del Consiglio Regionale non si è più riunita. Quindi ringrazio gli indipendentisti di iRS, ProgReS e Torra che hanno fatto da tramite e che hanno consentito di arrivare a questo ordine del giorno che è stato votato come mozione nell’Assemblea còrsa e qui in Sardegna unitariamente nel Consiglio Regionale. Gli indipendentisti hanno agito in sostituzione di questo organismo istituzionale che avrebbe dovuto agire in modo pubblico. In questi quattro anni non c’è stato alcun intervento della Giunta sarda in merito alle servitù militari e le dichiarazioni del Ministro della Difesa lasciano abbastanza basiti quando dice che le servitù sarde devono rimanere perché la Sardegna è strategica e quindi non si può toccare niente. Noi non siamo d’accordo su questa impostazione, crediamo che le servitù militari in Sardegna necessitino di una revisione e che per questo debba essere avviata una trattativa col Governo. E crediamo che questa trattativa debba essere preceduta da quello che chiede questo ordine del giorno: una valutazione fatta da un ente terzo, di rilievo internazionale, di alta caratura scientifica, che sia in grado di quantificare quali sono i danni e i costi che ha subito a seguito del gravame delle servitù militari in questi cinquant’anni. Questo è un primo tema su cui poi sviluppare una contrattazione col Governo che può portare o a un riconoscimento economico che sarebbe un risultato parziale oppure anche a un ridimensionamento delle servitù. L’altra richiesta è chiedere al Governo quanto introiti annualmente per l’affitto delle basi per attività di ospitalità di esercitazioni di eserciti stranieri. Anche questo è un dato che non è noto e viene introitato direttamente dal governo italiano anziché dalla Regione Sardegna e noi crediamo che questo non sia giusto.

Finiamo con un appello nell’ordine del giorno che è quello di convocare la Consulta Sardo-Còrsa che in questi quattro anni non è mai stata riunita per riprendere quel discorso che aveva portato a tutta quanta una serie di azioni comuni che dovevano essere realizzate e portate avanti.
Noi oggi con questa conferenza stampa stiamo sollecitando l’applicazione e l’esecuzione di quanto previsto dall’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale e sottoscritto da 34 consiglieri. Su un tema così importante questo ordine del giorno non può andare ad aggiungersi ad altri che non hanno ricevuto risposte. Noi su questo tema saremo attivi fino alla fine della legislatura.

Eugenio Lai (Verdi-Sinistra Italiana, Possibile, Articolo 1): “Questa legislatura avrebbe dovuto rappresentare da un punto di vista politico la svolta autonomista del presidente Solinas. La verità che in quasi tutta la legislatura di autonomismo non si è discusso, non si è parlato di Statuto, non si è discusso della difesa della nostra Isola da situazioni come quella delle servitù militari, oggi si discute in Parlamento addirittura un progetto di autonomia differenziata e la nostra isola è totalmente assente se non con posizioni piegate su quelle del governo nazionale. Sul tema delle servitù militari vorrei sfatare un mito perché ogni qual volta si parla di servitù la risposta è sempre quella che le servitù garantiscono tanti posti di lavoro. Noi con questo ordine del giorno, ed è scritto a grandi lettere, chiediamo il mantenimento dei livelli occupazionali ma allo stesso tempo un futuro decisamente migliore per la nostra Isola attraverso uno studio che vada ad analizzare gli aspetti ambientali e sanitari e allo stesso tempo l’apertura di una discussione politica su una programmazione decisamente più verde, più sostenibile e all’avanguardia”.

Francesco Agus (Progressisti): “Intervengo molto brevemente giusto per fornirvi una fotografia del disinteresse dell’amministrazione regionale attuale. Nel 2020 è stata presentata dalle minoranze una mozione, la 496, che chiedeva conto dell’operato della Regione riguardo il rispetto dei protocolli siglati nel 2017, Pigliaru-Pinotti se non sbaglio. Nel 2020 mancavano ancora le nomine nelle cabine di regia e anche nei tavoli tecnici, previste dal protocollo. Nel 2021 riusciamo finalmente a discutere questa mozione durante un question time. E’ la prima volta nella storia recente in cui a un question time la Giunta regionale, in quel caso rappresentata dal vicepresidente, si alza e invece della risposta dice “non sappiamo nulla di questo argomento, personalmente non ne so nulla, non è la mia competenza”. Tant’è che quello è stato l’ultimo question time perché da quel momento in poi si è detto semplicemente che se l’atteggiamento della Giunta non è quello di chi viene in aula per rispondere seriamente delle proprie responsabilità ma è quello di chi chiacchiera al bar rispetto ai temi di cui sa qualcosa e si riserva addirittura di non sapere niente sui temi magari scomodi… la risposta arrivò quattro mesi dopo con le nomine nella cabina di regia e nei tavoli tecnici arrivate però in estremo ritardo. A quanto sappiamo l’unico atto compiuto da quelle cabine di regia e dai quei tavoli tecnici è stato fino ad oggi semplicemente prendere coscienza della propria composizione. Quindi non è stato fatto niente, di fatto abbiamo buttato cinque anni interi di attività in tema di servitù militari. Tutto ci si poteva aspettare sulla carta da una giunta sedicente sardista tranne che questo disinteresse”.

Alessandro Solinas (Movimento 5 Stelle): “Rimarcherò anche io innanzi tutto la scarsa sollecitudine della Giunta regionale durante questa legislatura, non solo come riportiamo anche nell’ordine del giorno nel perseguire l’obiettivo di invertire i rapporti tra Stato e Regione, garantire la graduale dismissione dei poligoni e il loro superamento, ma anche solo per garantire quella che è la pur difficile interazione tra i poligoni e tutto ciò che sta intorno ai poligoni e che dai poligoni viene impedito. Parliamo di pesca, parliamo di fruizione di beni archeologici che stanno all’interno dei poligoni, parliamo di fruizione di beni dismessi che ancora non vengono comunque messi a disposizione effettiva e resi fruibili. Quindi sopratutto su questo noi riteniamo si debba lavorare. Questo ordine del giorno che ha dato poi l’impulso alla conferenza stampa di oggi è l’ultimo di una serie di atti che tutti noi abbiamo portato avanti durante questa legislatura portando avanti temi che ci impegniamo a perseguire anche nel futuro. Lasciatemi dire anche quanto mi faccia piacere essere qui anche in compagnia degli amici còrsi, cosa che rappresenta per noi come Movimento 5 Stelle il primo di una serie di incontri e sono certo di un rapporto di collaborazione e di amicizia che proseguirà nel tempo. Saluto anche naturalmente gli amici di iRS, ProgReS e Torra e tutti i presenti che ringrazio per essere qui”.

Avvocato Alessio Alias, presidente CoMiPa, con Bettina Pitzurra

COMITATO PARITETICO COMIPA

Alessio Alias, presidente del Comitato Paritetico sulle servitù militari: “In questi quattro anni la politica è stata assente riguardo al tema delle servitù. C’è stata un’assenza di dibattito politico, di decisioni d’indirizzo. C’è stato solo un protocollo sottoscritto dal Presidente direttamente con i vertici militari non discusso previamente in alcuna sede. Non si capisce qual è la finalità che si vuole perseguire in tema di servitù militari. Questo ha portato anche allo svilimento delle funzioni del CoMiPa. Perché si tratta di un comitato che è stato costituito per la reciproca consultazione e per l’esame anche con proposte alternative della Regione e dell’Autorità militare dei problemi connessi all’armonizzazione tra i piani di assetto territoriale e di sviluppo economico e sociale della Regione e i programmi delle installazioni militari e delle conseguenti limitazioni. Se durante le riunioni del CoMiPa si fa presente che questi sono i compiti ben definiti del comitato la risposta è che nel CoMiPa si vota il calendario delle esercitazioni militari e basta. Questa purtroppo è la realtà e come membro del comitato non stabilisco l’ordine del giorno, lo stabiliscono i militari. Noi possiamo votare anche contro le esercitazioni ma sappiamo bene che il ministro della Difesa poi può emettere un decreto e approvare comunque quel calendario. C’è anche uno strumento che l’ultima volta che è stato usato è stato dal Presidente Soru: il presidente della Regione quando si discute quel decreto del Ministro della Difesa, può partecipare al Consiglio dei Ministri. Questo è uno strumento politico molto importante, al netto del fatto che le esercitazioni sono sempre state approvate. Ma questo strumento consente un confronto diretto tra Presidente della Regione e Presidente del Consiglio e consente lo sviluppo di quel dibattito, di quella trattativa che porti a un contemperamento delle esigenze di sviluppo della Sardegna con quelle della Difesa. Quindi la situazione è alquanto disastrosa. Inoltre segnalo una questione è l’utilizzo del nostro territorio per ospitare non solo esercitazioni militari congiunte con eserciti alleati ma vi sono aziende private che operano nel nostro territorio le quali non si sa se paghino canoni di locazione. Dovrebbero creare un indotto straordinario ma non ho mai visto nessuna ricevuta, se non quella del catering. Questo indotto non si intuisce e non si capisce neanche il percorso burocratico. Vedo solamente che aziende private con scopo di lucro utilizzano terreni e risorse della Sardegna evidentemente per perseguire i loro scopi. Ma non si capisce quale sia il rientro per la Sardegna. Poi c’è la questione ambientale. L’ultimo sviluppo è quello della penisola Delta di Teulada per la quale dovrebbero partire le bonifiche. E’ una zona che è stata bombardata dal 1950 fino a tempi recenti di cui siamo venuti a conoscenza solo grazie alla magistratura che ne ha scoperto l’esistenza. Si tratta di una zona tutelata SIC ma che è stata definita come imbonificabile. I militari non ci entravano perché neanche loro sapevano cosa era stato sparato. Dovrebbe essere bonificata questa penisola ma il paradosso è che questa bonifica servirebbe al riutilizzo per le esercitazioni”.

L’ANTEFATTO POLITICO

Nello scorso luglio le forze indipendentiste sarde e còrse – iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera – hanno annunciato la campagna di azione politica e di sensibilizzazione sul tema dell’occupazione militare nelle due Isole denominata “Il costo della dipendenza: è ora di fare i conti”. L’iniziativa, con un orizzonte di medio periodo, è stata presentata in agosto alle Ghjurnate Internaziunale di Corte e aveva come obiettivo che le istituzioni, Regione Autonoma della Sardegna e Collettività di Corsica, commissionassero uno studio indipendente per la valutazione dei costi, dei danni, del mancato sviluppo e dei profitti delle basi militare italiane, francesi e NATO. Per il diritto alla conoscenza, per il diritto a decidere il futuro dei territori nazionali sardo e còrso.

Sassari, luglio 2022. Adriano Sollai e Simone Maulu illustrano l’iniziativa a nome di ProgReS, iRS, Torra e Corsica Libera

LA MOZIONE SARDO-CORSA

A tal fine iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera hanno elaborato il testo di una mozione da presentare nei rispettivi parlamenti locali. L’Assemblea di Corsica ha approvato la mozione nell’autunno del 2022. Per la presentazione nel Consiglio Regionale sardo le forze indipendentiste hanno chiesto all’onorevole Gianfranco Ganau di farsene portatore in quanto cofondatore istituzionale – in qualità di Presidente del Consiglio Regionale – della Consulta permanente sardo-còrsa assieme all’ex Presidente dell’Assemblea di Corsica Jean-Guy Talamoni.

Agosto 2022, Ghjurnate di Corti. Josepha Giacometti, parlamentare di Corsica Libera, Adriano Sollai e Simone Maulu per iRS, ProgReS e Torra, Petru Antone Tomasi di Corsica Libera presentano l’iniziativa comune

L’APPROVAZIONE IN RAS

Il primo febbraio 2023, la mozione è stata presentata come ordine del giorno unitario n. 4 e, con il parere favorevole della Giunta, è stata approvata per alzata di mano. iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera salutano con soddisfazione questo voto spartiacque, riconoscono il positivo e coerente ruolo istituzionale dell’onorevole Ganau, primo firmatario dell’ordine del giorno, e annunciano con fierezza ai propri sostenitori e simpatizzanti di aver portato a compimento, nonostante insidie e difficoltà politiche e burocratiche,  l’impegno preso mesi fa.

1 febbraio 2023, il frontespizio dell’ordine del giorno approvato

ORA IL PRESIDENTE DEVE AGIRE

Grazie all’approvazione di questo documento il Presidente della Regione è quindi ora impegnato formalmente a:

“Identificare un soggetto terzo, internazionalmente autorevole, ufficialmente riconosciuto e di alto prestigio scientifico al quale commissionare una valutazione indipendente per capire cosa ha comportato la presenza delle basi militari in Sardegna negli ultimi 50 anni in termini di costi reali, benefici, impatto sociale e ambientale ed eventuale mancato sviluppo economico”;

“Interrogare il Governo italiano e il Ministero della Difesa per conoscere a quanto ammontano i ricavi dello Stato derivanti dall’affitto dei poligoni ad eserciti di tutto il mondo”;

“Riunire la Consulta Sardo-Còrsa per valutare la possibilità di intraprendere un percorso comune per elaborare una proposta di trasparenza e di democrazia nel nome del diritto alla conoscenza che faccia chiarezza su cosa comporta a livello economico, ambientale e sanitario la presenza delle basi militari in Sardegna e Corsica”.

Videolina intervista Simone Maulu in rappresentanza di iRS, ProgReS e Torra

VIGILANZA ATTIVA

Durante tutta la giornata del 1 febbraio 2023, giorno dell’approvazione dell’ordine del giorno, una delegazione di iRS, ProgReS e Torra è stata presente in Consiglio Regionale. La conferenza stampa internazionale del 23 febbraio 2023 ha voluto sottolineare l’altissimo grado di attenzione e vigilanza degli indipendentisti su questo tema. Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi le forze politiche indipendentiste iRS, ProgReS, Torra e Corsica Libera, promotrici di questa iniziativa, vigileranno sull’evoluzione istituzionale di questo provvedimento e organizzeranno iniziative volte all’ulteriore sensibilizzazione su questo tipo di approccio al tema dell’occupazione militare del territorio nazionale delle due Isole.

La delegazione in rappresentanza di iRS, ProgReS e Torra: Gavino Sale, Simone Maulu, Bettina Pitzurra, Federico Coni e Franciscu Pala

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