Pubblichiamo il testo del comunicato che il movimento e il partito indipendentisti iRS e ProgReS hanno sottoscritto assieme a Sardegna Chiama Sardegna in vista delle elezioni nazionali sarde del 2024. iRS e ProgReS, parallelamente, sono impegnati nel processo di dialogo Est Ora assieme al coordinamento Torra che, come da documento fondativo, non è un partito e non partecipa alle elezioni.
iRS e ProgReS, dopo aver avanzato per tempo proposte per la modifica dell’antidemocratica legge elettorale sarda, annunciano con Sardegna Chiama Sardegna la formazione di una lista elettorale comune all’interno della coalizione progressista per Renato Soru presidente, alternativa rispetto alle coalizioni italiane di centrodestra e di centrosinistra.
Il comunicato
Nuovo ingresso nella coalizione sarda che sostiene Renato Soru come candidato presidente della RAS. Il movimento civico e giovanile Sardegna Chiama Sardegna, il movimento indipendentista iRS – indipendèntzia Repùbrica de Sardigna, il partito ProgReS – Progetu Repùblica de Sardigna assieme a diversi amministratori e amministratrici locali, danno vita a una lista comune. Presentazione del progetto il prossimo 17 dicembre.
Dichiarano i portavoce di Sardegna Chiama Sardegna Danilo Lampis e Nicoletta Pucci, il segretario nazionale di ProgReS Adriano Sollai, il portavoce di iRS Simone Maulu:
«In questi mesi abbiamo avviato un confronto che ci ha permesso di individuare e condividere una serie di urgenze programmatiche per la nostra Isola. A partire da queste nasce la nostra proposta elettorale. Scegliamo di allearci con la coalizione sarda – alternativa a quelle italiane di centrosinistra e di centrodestra – guidata da Renato Soru per aprire una stagione di partecipazione, di ascolto dei veri bisogni della maggioranza dei sardi e delle sarde, e di governo, con riforme strutturali che ci impegneremo a realizzare nella prossima legislatura.
Siamo convinti che l’alternativa alla disastrosa giunta Solinas non passi da un centro-sinistra italiano che conferma, con i suoi principali attori, proposte senza visione e una logica spartitoria volta alla conservazione degli equilibri di potere, alla rielezione dei soliti noti o di loro cooptati. La nostra proposta passa al contrario da un ambizioso progetto di cambiamento condiviso tra le forze civiche, indipendentiste e progressiste che rispondono unicamente ai bisogni e ai desideri di chi vive questa terra e che si impegnano, ora e nel prossimo futuro, a gettare le basi per una Sardegna sempre più democratizzata, autodeterminata, generativa di opportunità e benessere sociale.
Ci rivolgiamo alla maggioranza dei sardi e delle sarde che vogliono una netta rottura con una classe dirigente che, in larga misura, ha ignorato esigenze e aspettative delle persone, azzerando dialogo e coinvolgimento, sacrificando a logiche e interessi lontani le risorse e il bene della Sardegna. Ereditiamo da loro una terra sempre più spopolata e depressa, che sembra condannata a un presente e a un futuro di lavoro precario e sfruttato, disoccupazione, difficoltà a fare buona impresa, povertà, caro energia, inquinamento, servizi inefficienti e quindi, spesso, emigrazione forzata.
In particolare, daremo una prospettiva di voto alle giovani generazioni inascoltate, che meritano un’Isola in cui si possa scegliere di vivere e di realizzarsi. Forniremo un’alternativa di voto e una speranza a tutte e tutti coloro che negli ultimi anni hanno scelto di astenersi e di allontanarsi dalla politica. Siamo forti del grande percorso partecipativo promosso da Sardegna Chiama Sardegna che, in una cinquantina di incontri tematici e territoriali, ha coinvolto centinaia di persone – perlopiù giovani –, definendo delle proposte di trasformazione socio-economica, culturale e istituzionale concrete e ambiziose.
Siamo forti delle visioni, delle proposte e delle battaglie che da vent’anni l’indipendentismo progressista di iRS e di ProgReS fornisce in ogni campo, per la soluzione e il superamento delle ingiustizie e delle speculazioni a danno del nostro Popolo e del nostro territorio; contro i progetti inquinanti e l’occupazione militare, per l’autocoscienza culturale e linguistica sarda, per il pieno controllo delle politiche alimentari, energetiche e fiscali.
La Sardegna ha bisogno di leggi, investimenti strategici, con una prospettiva che possa affrancarla finalmente dalla subalternità politica ed economica. Lavoreremo in questo senso, nell’interesse della maggioranza dei sardi e delle sarde. Il nostro è un progetto aperto, in sviluppo, a forte connotazione civica».