Dopo due secoli di centralismo esasperato il Paese Basco del Nord festeggia il primo anniversario della sua prima istituzione nazionale unitaria. Piccolo viaggio nei Paesi Baschi attualmente “francesi”.
La parte Nord dei Paesi Baschi, in Euskara detta Iparralde, costituisce il 15% delle terre basche, è attualmente amministrata dallo Stato francese ed è suddivisa in 158 municipi. Un territorio di circa 3mila chilometri quadrati, come la Provincia di Oristano, abitato da poco più di 300mila persone delle quali il 16,5% bascofono. All’inizio dell’800 i linguamadre baschi erano l’84% su una popolazione di 130mila abitanti.
Dall’autonomia al centralismo passando per la Rivoluzione
Il territorio è suddiviso in tre provincie storiche (Labourd/Lapurdi, Basse-Navarre/Behe Nafarroa e Soule/Zuberoa) che attraverso vicende storiche diverse sono entrate nella sfera delle istituzioni francesi nel corso della seconda metà del 1400. Le province storiche del Paesi Baschi, sia quelle del Nord che quelle del Sud, attualmente sotto il controllo dello Stato spagnolo, hanno storicamente goduto di un sistema di autonomia locale rispetto ai regni di riferimento grazie all’esistenza di assemblee rappresentative territoriali denominate Biltzar gestite attraverso appositi regolamenti denominati in Castigliano “fueros” e in Francese “fors”.
Ma se in territorio “spagnolo” tali autonomie hanno resistito e si sono ampliate fino ai nostri giorni, in territorio “francese” sono state abolite unilateralmente sulle ali della rivoluzione nel 1789 impedendo qualsiasi tipo di potestà sulla gestione del territorio, della società e della cultura e trasformando le terre basche in un minuscolo fazzoletto di terra periferico nel quadro del sistema degli enormi dipartimenti francesi, disegnati senza alcun tipo di rispetto e di riconoscimento per le culture locali e le nazioni senza Stato.
Il sogno del dipartimento basco
La lotta per la creazione di un dipartimento basco è antica quanto l’abolizione dell’autonomia. Già all’epoca infatti personalità basche come l’avvocato e uomo politico Dominique Garat, eletto agli Stati Generali Costituenti francesi del 1789, difesero con vigore questa soluzione senza successo. Afferma Garat: “Non so se sia buono, sia moralmente che politicamente, mischiare un popolo che ha conservato per secoli il suo spiccato carattere con con altri popoli diversamente civilizzati”.
Nelle sue parole appaiono i concetti di “carattere particolare della nazionalità” basca, di “differenza linguistica”, di “amore per il proprio paese”, tesi alla difesa della sua modernissima e avanzata proposta di struttura federale dello Stato che, forse, avrebbe potuto evitare la progressiva, inesorabile e programmata deculturazione del popolo basco in Francia.
L’evoluzione istituzionale dei territori baschi del Nord ha languito quindi per due secoli fino alla fine del ‘900 quando finalmente si iniziano a scorgere delle microfratture nel monolite accentratore statale francese: nel ’95 viene creato il Consiglio degli Eletti del Paese Basco, nel ’97 il prefetto dei Pirenei Atlantici riconosce l’esistenza di un “Paese Basco” e durante tutto l’ultimo decennio del secolo scorso la proposta della creazione del dipartimento basco è largamente condivisa dalla maggioranza degli eletti locali, del mondo associativo e dei lavoratori, ben oltre il confine delle forze indipendentiste che mirano alla riunificazione di tutte le terre basche al di là delle divisioni statali attuali.
Lo Stato dice no
Il progetto di dipartimento basco prevede la creazione di istituzioni locali come un Consiglio Generale o una Camera di Commercio e di Agricoltura. Nel 2012 il Consiglio degli Eletti baschi vota a favore di una Collettività a Statuto Speciale ma lo Stato la rifiuta l’anno successivo. La soluzione che sembra più percorribile e che può trovare l’appoggio dello Stato è quella di un riassetto a livello sovracomunale.
Attraverso la celebrazione di un referendum locale viene creata nel 2017 la Comunità di Agglomerazione del Paese Basco, la prima struttura amministrativa ufficiale nella storia dei territori baschi del Nord. La definizione ufficiale della Comunità è trilingue: francese, basca “Euskal Hirigune Elkargoa” e occitana/guascone “Comunautat d’Aglomeracion Pais Basco”.
Una grande unione dei Comuni
L’istituzione nasce grazie alla fusione delle dieci unioni dei Comuni del territorio basco “francese” e opera nella gestione di servizi a livello comunale, a livello di unione dei Comuni e a livello complessivo “nazionale”. Gli amministratori fondatori di questa nuova istituzione hanno posto tra le competenze di maggiore importanza strategica la transizione ecologia con particolare attenzione all’innovazione e alle buone pratiche, la programmazione urbanistica, le relazioni politiche ed economiche con l’Europa, la gestione dei transfrontalieri a livello di diritto del lavoro e di contrattualizzazione, i progetti di finanziamento europeo con attenzione al mondo della montagna.
Tra i “ministeri” della Comunità si annoverano quello della Pianificazione Ambientale, delle Acque, dei litorali e degli ambienti naturali, della Prevenzione, della raccolta e valorizzazione dei rifiuti, della Mobilità, dell’Economia (Insegnamento superiore, ricerca e formazione, sviluppo economico, agricoltura, pesca e agroalimentare, turismo) e della Politica linguistica.
La struttura della Comunità è costituita da tre livelli di rappresentanza e decisione: il “parlamento” (Consiglio Comunitario/Herriarteko Kontseilua) composto da 233 eletti che si riuniscono almeno 4 volte l’anno e che si pronunciano sugli orientamenti strategici di sviluppo e stabiliscono i bilanci; il Consiglio Permanente (Prestatze Kontseilua) composto da 69 delegati; il Consiglio Esecutivo (Batzorde Eragilea) composto da 25 membri, si riunisce regolarmente, coordina e governa assieme al Presidente (Lehendakari) Jean-René Etchegaray.
I rapporti con i Paesi Baschi del Sud
Nel febbraio 2017, a poco meno di un mese dalla creazione della nuova istituzione del Paese Basco del Nord, avviene il primo incontro, denso di simbolismo politico e storico, tra il Presidente Etchegaray e il Presidente della Comunità Autonoma Basca/Euskadi Iñigo Urkullu.
Le istituzioni del Nord e del Sud baschi si incontrano nel nome della volontà condivisa di rafforzare la collaborazione, di dare vita ad una forte concertazione sulle politiche pubbliche e di contribuire assieme alla costruzione europea. “Un momento solenne, pieno d’emozione – dice il Presidente Etchegaray – perché è la prima volta che accogliamo ufficialmente il Lehendakari nella sede istituzionale del Paese Basco” del Nord. Abbiamo intenzione di far progredire il Paese Basco e siamo pronti a tessere le nostre relazioni transfrontaliere”. Da parte sua il Lehendakari del Sud Urkullu risponde con piena disponibilità alla collaborazione: “auspichiamo la collaborazione tra le due nostre istituzioni in materia di economia, turismo, agricoltura, pianificazione territoriale, mobilità, ambiente, lingua, cultura e servizi alla persona. La nostra collaborazione dovrà contribuire al benessere delle persone e alla costruzione europea. Una nuova fase di collaborazione nord-sud si è aperta davanti a noi e la percorreremo con entusiasmo e impegno”.
Primo anniversario
Nel gennaio 2018 ricorre il primo compleanno della nuova istituzione dei Paesi Baschi del Nord e il Presidente Etchegaray firma l’editoriale della rivista ufficiale Baskinfo: “Quest’anno porterà nuove ambizioni e nuovi progetti per il Paese Basco. Siamo riusciti a parlare con una voce unica per sostenere gli interessi del nostro territorio e creare le condizioni per un futuro migliore. Un anno fa abbiamo fondato la Comunità di Agglomerazione del Paese Basco. Grazie ad un formidabile lavoro collettivo abbiamo saputo mettere in pratica i nostri obiettivi, capire i mezzi per farlo e stabilire un calendario. In pochi mesi abbiamo dotato la nuova istituzione di un modello di funzionamento ottenendo l’ottimizzazione del servizio pubblico sul tutto il territorio. Abbiamo inaugurato molti “cantieri”: l’acqua, l’urbanismo, lo sviluppo economico, i rifiuti, i trasporti, l’agricoltura, il turismo, etc. Le nostre politiche sono tutte a misura del Paese Basco e caratterizzate dalla volontà di rafforzare la coesione territoriale […] Sono fiducioso per l’avvenire, grazie alla Comunità disponiamo dei mezzi necessari per rafforzare e sviluppare la qualità della vita. Potete contare su di noi, agiremo con la necessaria determinazione”.
La politica linguistica della Comunità Basca del Nord
Una delle prime iniziative della nuova istituzione di Iparralde è stata quella di cedere un terreno perla costruzione di un liceo a Bayonne. Non si tratta di un normale istituto scolastico bensì di un Liceo Seaska nel quale le lezioni sono svolte nella modalità immersiva: 100% in Euskara. Il presidente della federazione Seaska che riunisce e coordina 35 istituti immersivi è Paxkal Indo. La Lingua basca è la sua vita. Difenderla e assicurarne la trasmissione è la sua missione: “Aprire questo primo liceo professionale, generalista e tecnologico in Basco è una delle nostre più grandi soddisfazioni – dice Indo -. Questo liceo esiste grazie all’esistenza della Comunità d’Agglomerazione Basca in quanto noi abbiamo avuto il finanziamento dalla Regione ma non disponevamo del terreno”. Il liceo più accogliere 500 alunni, quest’anno sono già 300 gli alunni che varcano le sue porte. La cucina privilegia la filiera corta, sono state allestite aule moderne, uno spazio per vari sport e un ambulatorio.
Sul piano istituzionale il responsabile delle politiche linguistiche della Comunità d’Agglomerazione Basca è Beñat Arrabit. Il “ministro” dichiara che l’Euskara è nel DNA della nuova istituzione e che finalmente il Paese Basco “francese” potrà sviluppare delle politiche omogenee su tutto il suo territorio in luogo di progetti estemporanei portati avanti in modo differente dalle varie vecchie unioni dei Comuni. La missione è quella di incoraggiare lo sviluppo del bilinguismo per dare agli abitanti la possibilità di vivere il Basco nel quotidiano.
Come prova tangibile dell’impegno dei nuovi amministratori baschi in favore della Lingua c’è da segnalare che la Comunità ha integrato l’Ufficio Pubblico della Lingua Basca finanziandolo con 860mila euro annui.
Parallelamente alla tutela e allo sviluppo dell’Euskara l’Agglomerazione difenderà anche la Lingua occitana nella sua variante guascona. “Come il Basco anche il Guascone fa parte dell’identità del territorio”, afferma Arrabit, “ma non ha mai avuto nessun tipo di politica linguistica in sua difesa”. Il “ministro” ha annunciato che sarà inaugurata una fase di ricerca e reclutamento di personale linguistico e di tecnici occitani e sarà realizzato uno studio socio-linguistico sulla situazione di questa Lingua.