Uno spazio di confronto animato da tre comunità diverse, affini negli intenti, che ribadiscono idee e identità comuni, è il frutto compiuto di una profonda ri-evoluzione umana e personale.
I semi indipendentisti in questo tempo si sono nutriti di esperienze e saperi e, di volta in volta, di nuove pratiche, ma mai nessuna e nessuno di noi ha sacrificato alla modernità lo sguardo delle pietre nei nostri villaggi dalle piccole dimensioni e le loro torri.
Uno sguardo circolare, antico, di una civiltà raffinata e aristocratica in cui l’uguaglianza è mantenuta e costantemente negoziata perché sia impedita la ricchezza, l’accumulo, la centralizzazione, le gerarchie. Una scelta di responsabilità individuale, di rapporti frontali, di condivisione dei benefici collettivi.
Questo è il cerchio sociale che ci ha caratterizzato ed educato, che ha tagliato il vertice piramidale, che non ha mai scelto quell’imperativo economico di arricchimento personale con conseguente distruzione della terra, come stiamo vedendo.
Maya Angelou scrive “Nulla può oscurare la luce che splende dentro”: è quella di ognuna ed ognuno di noi, soprattutto quella luce del mondo femminile che possiede quello sguardo, circolare, che ha cura del mondo ed una voce che oggi urla piano: basta.