Nel gennaio scorso un gruppo di associazioni, movimenti cattolici progressisti, parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e cittadini hanno sottoscritto un documento in cui si chiede al Parlamento italiano di avviare una serie di iniziative in favore della promozione di trattative internazionali di pace e per il disarmo. Dal rifiuto della guerra come mezzo per la risoluzione dei conflitti la Carta chiede anche lo stop alle esercitazioni militari e la smilitarizzazione della Sardegna, terra che a livello statale italiano è più gravata dall’occupazione militare.
In un’assemblea tenutasi nelle campagne di Siligo presso la comunità Mondo X Sardegna fondata da Padre Salvatore Morittu, i sottoscrittori della Carta si impegnano a sensibilizzare e coinvolgere cittadini e istituzioni in iniziative per il cessate il fuoco in tutte le guerre e l’avvio immediato di trattative che vedano la partecipazione di reti, organizzazioni, enti per la mediazione internazionale.
Padre Morittu, intervistato da vita.it afferma che “quando qualcuno dice di essere contro la guerra, occorre subito correggerlo: dobbiamo essere contro tutte le guerre. In questa Carta crediamo nella gestione dei conflitti come punto di partenza per qualsiasi confronto, ricercando sempre le cose che uniscono rispetto a quelle che dividono, con la condivisione della nonviolenza attiva”.
Gavino Sale, presente all’assemblea e firmatario della Carta de S’Aspru, ha salutato l’iniziativa ed è intervenuto: “Questa vostra iniziativa ha lacerato una situazione piatta, come un accendino in una galleria buia. Dobbiamo lavorare tutti per superare la competizione che ispira i rapporti umani e internazionali. Se tutti noi fossimo dei musicisti che suonano in competizione tra loro non staremmo facendo musica ma guerra. E invece basta l’arrivo di un impercettibile movimento del direttore d’orchestra per superare il rumore violento e competitivo e generare musica e risonanza positiva, come avviene nella fisica quantistica.
Qui a S’Aspru succede questo. La Sardegna deve essere un’avanguardia internazionale di pace e rapporti internazionali ispirati alla convivenza pacifica.
Abitiamo quest’Isola da cinquanta secoli e non abbiamo mai dichiarato guerra e nessuno, ci siamo sempre difesi, salvo l’eccezione della guerra shardana contro Ramses II, non abbiamo mai fatto guerra a nessuno.
Recentemente noi di iRS, ProgReS e Torra, forze indipendentiste nonviolente, abbiamo stretto un accordo con gli indipendentisti còrsi affinché dal centro del Mediterraneo queste due piccole Isole lancino un messaggio al mondo a favore di una sperimentazione di una esistenza felice, contro questa follia impazzita della società odierna che non sa più generare felicità umana. Le nostre Isole devono diventare un laboratorio di felicità umana.
In questo senso abbiamo fatto con i còrsi una proposta concreta ispirata alla vicenda dell’Isola de La Maddalena dove un Sindaco, Pasqualino Serra, commissionò una ricerca ad una società terza, imparziale e internazionalmente riconosciuta, sui costi e i profitti della presenza militare nel suo arcipelago. I risultati non sono stati contestati da nessuno e certificano che in un anno il mancato sviluppo dell’arcipelago ammontava a 1.780.000.000 di lire all’anno. Quanto fa il conto se lo moltiplichiamo per decenni e per tutti i chilometri quadrati di basi militari sarde e còrse?
Abbiamo proposto una mozione nelle istituzioni sarde e còrse, è stata approvata dalle rispettive Assemblee e chiede ai Presidenti di Corsica e Sardegna di commissionare uno studio per conoscere i danni, il costo e i guadagni della presenza militare.
Non dimentichiamo che i missili che vengono utilizzati nelle guerre di questi giorni vengono sperimentati nei nostri poligoni. Ma noi queste guerre non le abbiamo mai dichiarate. Dobbiamo spingere tutti assieme per diventare avanguardia europea di pace”, ha concluso Sale.