L’invasione di cavallette viene notoriamente inserita del novero delle calamità naturali. Tuttavia mentre la calamità naturale è associata all’idea del disastro naturale improvviso e difficilmente prevedibile, l’invasione delle cavallette in Sardegna pare essere diventato un fatto “endemico”.
Per il quarto anno consecutivo infatti, su una superficie interessata stimata di circa 25 mila ettari, con epicentro la piana di Ottana, le cavallette stanno imperversando tra i campi, devastando qualsiasi essenza vegetale si trovi nel proprio cammino. A subire i maggiori danni sono i campi di foraggio e questo fatto sta mettendo in crisi ulteriormente le aziende zootecniche in una annata con i costi delle materie prime e dei mangimi alle stelle, e in una zona della Sardegna già provata da numerosi problemi occupazionali e di spopolamento.
Da qualche giorno l’Assessore all’agricoltura ha annunciato la costituzione di una task force per combattere gli insetti famelici e negli scorsi giorni ha dichiarato che “Non c’è tempo da perdere”, annunciando trattamenti fitosanitari eseguiti dalla famigerata task force nelle aziende ormai già devastate.
È facile immaginare cosa avverrà in piena estate, quando il clima sarà ancora più favorevole e gli insetti ormai adulti saranno ancora più affamati e pronti a deporre le uova. Un po’ come chiudere il recinto dopo che i buoi sono scappati. Bisognerebbe spiegare all’Assessora che di tempo se ne è perso abbastanza la scorsa estate, quando si potevano fare i trattamenti agronomici e biologici al fine di limitare l’invasione primaverile.
Malgrado tutte le avvisaglie, il problema è stato largamente sottovalutato dall’Assessora stessa e dalla Giunta regionale occupata in altro – per esempio ad assicurarsi la gestione del potere e la spartizione delle poltrone – ed ora impantanata in un rimpasto che sembra essere all’ultimo sangue. Perciò, mentre la politica pensa esclusivamente alle questioni di palazzo, il mondo delle campagne è allo stremo, piegato anche da questo ulteriore flagello.
Progetu Repùblica, da sempre sensibile alle problematiche del mondo agro-pastorale esprime tutta la propria preoccupazione per un problema che con interventi semplici e tempestivi si sarebbe potuto arginare e controllare, contenendo perdite economiche che difficilmente i sussidi che verranno erogati potranno colmare.
Siamo convinti – perché i fatti ci stanno dando ragione – che questa classe politica è incapace di gestire qualsiasi problematica nel settore agro-pastorale e non solo. Siamo consapevoli che la “calamità” che sta annientando la nostra terra non è da ricercare nei libri di entomologia, ma nei palazzi della Regione e, purtroppo, per questa piaga non esiste insetticida appropriato ma servirebbe solo la presa di coscienza dei sardi.