Nel 2003 all’età di 82 anni ci lasciava Antoni Cuccu. Oggi viene ricordato in un convegno organizzato dal Comune di San Vito attraverso l’Assessorato alla Cultura, da varie associazioni culturali, dai suoi parenti e dagli amanti e dagli interpreti di poesia e prosa in Lingua sarda.
“Non sono venuto a questo mondo per farmi servire, come tanti, ma sono venuto per servire gli altri. Per questo è mio intento trasmettere alla società sarda il valore che possediamo attraverso la nostra Lingua. Il messaggio più importante, che non dobbiamo trascurare. Ed è mio intento rivolgermi a chi non ha capito che la ricchezza di un popolo sta nella Lingua. Stiano attenti, perché se ci tolgono questa la nostra etnia viene a morire. Il mio contributo è quello di stare in mezzo a voi, durante le sagre e le fiere. Finché vivrò ci sarò. Perché se capisco qualcosa lo devo alla poesia e ai poeti della mia terra. E quando non ci sarò più, chissà… cantu a morri prus si stentat, de prus si sperimentat”.
Si presenta da solo Tziu Antoni Cuccu all’interno dei librini che gli appassionati conservano come tesori assoluti di una cultura da difendere. Contro l’accademismo indifferente, oltre l’ufficialità letteraria, il suo essere editore di canti e poesie popolari, opere teatrali, gare poetiche, commèdias, curbas e duinas conferma un mondo di resistenza mai sconfitto, mai avvilito. Antoni Cuccu è il nostro Socrate che ancora si ha difficoltà a riconoscere. Per questo è di grande valore il tributo della Sardegna al suo lavoro nel centenario della sua nascita: bivat!