LA COALIZIONE SARDA RIPARTE DALLA DIGA SANTA CHIARA. SORU: UN MATTINO
NUOVO PER LA SARDEGNA.
Ula Tirso, 28 gennaio 2024. «Siamo tutti qui per un mattino nuovo, che
non ci regalerà nessuno ma che ci dovremo prendere da soli»: con queste
parole Renato Soru ha concluso stamattina a Ula Tirso l’evento di
apertura della campagna elettorale della Coalizione sarda.
Sulle sponde del lago Omodoeo, a pochi passi dalla diga Santa Chiara, di
cui quest’anno ricorre il centenario dell’inaugurazione nel 2024, i
partiti e movimenti che sostengono la candidatura di Soru si sono
ritrovati per lanciare la volata verso le elezioni regionali del 25
febbraio. Si apre con la musica del cantautore Piero Marras, che al
piano esegue “Si Deus cheret”, “Ardia”, “Il figlio del Re” e “Mere
Manna”. «Nel mio mestiere dicono che non conviene schierarsi – dice
Marras tra un brano e l’altro -, allora io inauguro una nuova era perché
schierarsi è d’obbligo.»
Dopo la partenza in musica, sul palco si alternano gli interventi dei
rappresentanti delle liste che formano la Coalizione sarda. Rompe il
ghiaccio Enrico Lai, segretario regionale di Rifondazione comunista –
Sinistra europea. Nel suo intervento ricorda che «la Rivoluzione gentile
è l’argine a questa destra che vuole distruggere la Sardegna ed è un
progetto alternativo a tutti gli schieramenti presenti, perché in questi
anni l’opposizione in Regione ha fatto solo un commento passivo del
centrodestra.»
In rappresentanza di Vota Sardigna parla Cristiana Cacciapaglia,
volontaria del Servizio civile ai musei civici di Bosa e candidata nella
circoscrizione di Oristano. «Il coraggio individuale non basta più,
serve una scelta coraggiosa e di libertà – dice -, serve una scelta di
emancipazione per chi vive questa terra e per chi la vivrà.»
Per la lista +Europa-Azione-Upc sale sul palco il segretario regionale
di Azione Giuseppe Luigi Cucca: «La proposta di Renato Soru – dice – è
coraggiosissima, abbiamo l’unica persona in grado di governare questa
Sardegna sull’orlo di un baratro e di dare una svolta vera.»
Per Liberu tocca invece alla segretaria nazionale Giulia Lai. «La prima
questione da affrontare quando entreremo al governo – dice tra gli
applausi – sarà una nuova legge elettorale, quella attuale ha lasciato
fuori intere parti sociali. Dobbiamo fare una legge che faccia entrare
le donne al governo e non le escluda.»
In chiusura, a rappresentare Progetto Sardegna, interviene Romina Mura.
Visibilmente emozionata, l’ex deputata ricorda il senso della Coalizione
sarda. «Con noi oggi ci sono le diversità a cui altri hanno chiuso la
porta – dice -. La parte progressista della Sardegna è qui, dove c’è la
sintesi delle differenze, dove partiti politici, storie, espressione
diverse hanno scelto di stare insieme per costruire un nuovo futuro per
le nuove generazioni.»
Infine Renato Soru. Nel suo intervento prende spunto dalla cornice
scelta per avviare la corsa al 25 febbraio. «Questa diga – dice -,
all’epoca fu un’opera immane, la prima grande opera idraulica costruita
in Sardegna. È la storia del lavoro enorme di donne e uomini sardi e di
progettualità che si incontrano, di energie diverse che lavorano insieme
per costruire qualcosa di più importante, portando la Sardegna nella
modernità e creando la bellezza di questo paesaggio.»
«Ma – continua – dobbiamo costruire una storia nuova, non essere solo
orgogliosi di quello che abbiamo fatto tanti anni fa. Oggi possiamo
continuare a galleggiare e gestire l’esistente oppure pensare che
possiamo trasformarlo e ribaltarlo in maniera duratura. Lo possiamo fare
senza distruggere nulla e con un occhio alla bellezza.»
Il leader della Coalizione sarda riassume poi i punti centrali del
programma di governo: «Dobbiamo cogliere le opportunità delle
straordinarie risorse europee che aspettano di essere spese, avviare la
transizione verde e quella digitale, favorire l’inclusione sociale,
rendere la pubblica amministrazione più veloce e trasparente, rafforzare
il federalismo interno sul territorio per portare competenze e servizi
più vicini al cittadino. Perché intendiamo l’amministrazione come
servizio pubblico e non come bottino da spartire.»
«Qualcuno – continua Soru – pensa di poter decidere per noi. Di imporci
nuove servitù come quella dell’energia, vogliono farci diventare la
piattaforma dell’energia rinnovabile di tutta Italia. E quelli che
vogliono decidere da una parte vogliono un viceré che dovrà stare zitto
e obbedire, farsi imporre pensieri e interessi altrui. Dall’altra parte
siamo siamo solo un bacino elettorale, un numero di voti in più che
servirà per capire chi dovrà comandare in vista delle Europee.»
«Oggi – dice il leader della Coalizione – si parla di governatori ed è
una parola che ci siamo abituati a sentire perché nelle colonie si
mandano i governatori e noi ci siamo abituati a sentirci colonia. Quindi
dobbiamo decidere se eleggere un governatore o una governatrice che
starà zitta e cambierà idea in qualsiasi momento in base alle
convenienze e alle alleanze fatte e disfatte da Giuseppe Conte. Oppure,
come dice lo Statuto, eleggere un presidente della Regione che
rappresenti le persone che lo hanno eletto e rappresenta una comunità,
un popolo, una terra, che non starà zitto, che difenderà gli interessi
della Sardegna e dei suoi cittadini.»
Quindi, conclude Renato Soru «siamo venuti in questo luogo per ispirarci
e per richiamare chi sta a casa e si sta disinteressando di queste
elezioni. Siamo qui perché c’è bisogno di voi per realizzare progetti
enormi e trasformare la Sardegna, aprire una strada nuova. Anche se non
avete votato alle ultime elezioni, oggi non si può restare indifferenti,
siamo tutti coinvolti, tutti in prima persona, per noi e per le persone
che arriveranno. Siamo tutti qui per un mattino nuovo, come canta Piero
Marras, che non ci regalerà nessuno ma che ci dovremo prendere da soli.»
Le note di “Quando Gigi Riva tornerà”, eseguita dal vivo da Piero
Marras, chiudono la mattinata a Ula Tirso della Coalizione sarda.