A Milis durante la prima festa nazionale del nuovo soggetto politico indipendentista sardo Repùblica, c’era anche il presidente dell’associazione dei Municipi per l’Indipendenza catalani, Jordi Gaseni. In questo articolo, scritto da Franciscu Pala e pubblicato da Sardegna Che Cambia in collaborazione con Helis, si propone una riflessione su come le realtà locali possano esercitare una sovranità concreta in ambiti quali energia e finanze.
Milis (OR). Sette anni fa, il primo ottobre 2017, il popolo catalano ha dimostrato al mondo come si può difendere con dignità e fermezza il diritto all’autodeterminazione attraverso lo svolgimento pacifico e organizzato di un referendum popolare, nonostante la poderosa opposizione dello Stato spagnolo. Quella straordinaria mobilitazione democratica è stata frutto della determinazione delle istituzioni catalane e dell’attivazione della stragrande maggioranza della società civile. Tra i soggetti più attivi e che incarnano al meglio il dinamismo del tessuto sociale possiamo sicuramente citare l’AMI, Associazione dei Municipi per l’Indipendenza, che ne rappresenta ad oggi 769, cioè più dell’81% dei Comuni catalani.
Il 12 ottobre 2024 a Milis (OR) una delegazione di Sindaci catalani – assieme ad altri delegati internazionali baschi e còrsi – ha portato il suo saluto e il suo supporto a Republicana, la prima festa nazionale del neonato soggetto politico indipendentista sardo Repùblica. E, con l’occasione, ha avuto modo di rinsaldare i rapporti con Corona de Logu, l’entità sarda che raccoglie gli amministratori locali indipendentisti, nelle persone del presidente e Sindaco di Scano Antoni Flore e del cofondatore Davide Corriga, oggi esponente di Repùblica e Sindaco di Bauladu per due mandati.
Il presidente di AMI, Jordi Gaseni – assieme al vicepresidente Salvador Coll, alla segretaria Ester Vallès e a Tònia Vila – ha preso parte al dibattito internazionale organizzato da Repùblica rimarcando che è molto importante che l’indipendentismo sardo «cresca a partire da ciascun paese della Sardegna» e che «grazie alla vicinanza tra i cittadini il messaggio indipendentista sarà amplificato». Inoltre Gaseni ha sostenuto l’idea della «creazione di una rete di nazioni senza Stato per poter sommare idee e mettere in comune i progetti».
INDIPENDENTISMO, AUTODETERMINAZIONE, PARTECIPAZIONE
Già nell’ottobre del 2021 a Sassari Helis ebbe modo di intervistare il presidente Gaseni in occasione del presidio di solidarietà con il presidente catalano in esilio Carles Puigdemont che era stato arrestato al suo arrivo all’aeroporto di Alghero. Oggi come allora il presidente conferma l’importanza dell’instaurazione di un rapporto diretto e di fiducia dei cittadini nei confronti degli eletti indipendentisti. Ed esplorando a fondo l’esperienza dell’AMI emergono strategie e buone pratiche che possono rivelarsi utili in Sardegna all’avanzamento dell’indipendentismo politico e al conseguente ampliamento di istituzioni come Corona de Logu, composta da eletti locali indipendentisti sia indipendenti sia appartenenti ai vari soggetti politici.
Quella di coordinare gli eletti locali indipendentisti sembra un’esigenza condivisa dai vari movimenti indipendentisti europei. E Jordi Gaseni conferma: «Certamente ci accomuna la necessità che la società sia ben rappresentata in tutti i livelli delle sue istituzioni. La società civile infatti deve avere un canale di rappresentanza. Le istituzioni locali – i municipi, i sindaci, i consiglieri – in questo senso sono molto importanti. Sono molti i cittadini, le persone che non vivono la politica giorno per giorno ma hanno fiducia nei sindaci e nelle persone che gestiscono la comunità locale».
«Per far crescere l’indipendentismo – prosegue – è molto importante essere ben organizzati nelle associazioni degli eletti locali come Corona de Logu o AMI perché i Comuni sono le istituzioni più vicine ai problemi quotidiani dei cittadini. Noi esistiamo per risolvere i problemi dei cittadini. E quando riesci a risolvere i problemi dei cittadini vuol dire che non gli fai mancare niente, che fai tutto ciò che è possibile fare con gli strumenti che hai a disposizione. Quando un giorno questi cittadini verranno a chiederti come comportarsi a livello politico non avranno nessun dubbio nell’avere fiducia in te e nell’indipendentismo che rappresenti».
«Dobbiamo cercare di agire affinché i Comuni non abbiano problemi. Perché quello che desideriamo maggiormente è portare dalla parte indipendentista i cittadini che non sono ancora convinti, proponendo cose che li fanno sentire sicuri e che li spingono a collaborare con noi».
Sulla scorta di queste considerazioni, Jordi Gaseni affronta il tema del passaggio dal buon governo delle amministrazioni locali all’azione concertata con le realtà politiche e sociali: «per far questo è basilare che i Comuni siano molto ben organizzati e che siano la catena di trasmissione tra le attività del Governo della nazione, della società civile, del popolo, delle associazioni, delle varie entità sociali e della cultura. Per esempio quando il presidente Puigdemont fu arresto in Sardegna le entità sociali e politiche si sono mosse, si sono organizzate, in contatto con i Comuni e i Sindaci. Tutto il Paese è sceso in strada, davanti ai municipi. Un fatto importante e simbolico».
IL FULCRO DELL’INDIPENDENTISMO: LE SOVRANITÀ LOCALI
A proposito di questo canale di rappresentanza aperto e accessibile tra cittadino, istituzioni e politica, Gaseni illustra con quali contenuti gli amministratori locali coltivano il rapporto di prossimità con la gente: «Il fulcro sono le sovranità locali, ad esempio quella energetica: se riesci a essere indipendente dalle grandi compagnie e dalle imprese dominate dallo Stato ti sei già liberato. Se lavori per far passare il concetto di sovranità energetica puoi puntare concretamente sui pannelli solari, sulle comunità di consumo nelle realtà locali. Questo è un esempio di sovranità locale».
«Si deve parlare anche delle strategie per ottenere la sovranità fiscale: come pagare le tasse? A chi pagare le tasse dei Comuni? Allo Stato? O possiamo pagare alla Generalitat de Catalunya e lei passa allo Stato il dovuto? Sono temi molto delicati, stiamo parlando di soldi e in questo campo non ci si può permettere sbagli. Lo Stato altrimenti perseguirà penalmente i Comuni. Un progetto a cui stiamo lavorando come AMI è quello della “banca delle esperienze”. Se per esempio sappiamo che nel Paese ci sono tre Comuni che lavorano bene nel campo dei sistemi di raccolta dei rifiuti noi metteremo a disposizione di tutti gli altri sindaci questa esperienza».
«Per un sindaco che ha un problema da risolvere e che non sa a chi chiedere un consiglio l’AMI fornirà tutte le informazioni disponibili in merito. Tranquillizzeremo tutti gli amministratori, avremo una “banca delle esperienze” e informeremo tutti che noi abbiamo sicuramente una soluzione per ogni problema di amministrazione locale. Più in generale dobbiamo approfittare di qualsiasi evento politico per informare la gente, per mobilitare i cittadini valorizzando gli aspetti positivi che siamo in grado di esprimere e sottolineando le azioni negative che lo Stato spagnolo sicuramente attuerà».
SCAMBIO E DIALOGO INTERNAZIONALE SULL’INDIPENDENTISMO
Sia Corona de Logu che AMI si fondano quindi sulla collaborazione tra eletti locali appartenenti a diversi partiti politici. Chiediamo a Jordi Gaseni come vengono gestite le dinamiche interne all’associazione. «Io sono di Esquerra, in AMI ci sono altri eletti che militano in altri partiti. Fuori dall’associazione si discute, dentro no. Le discussioni è giusto averle in casa propria, all’esterno è necessario uscire con una voce unica, è importantissimo. Nell’AMI stiamo riuscendo a farlo. Questo presuppone molta generosità. Dobbiamo metterci nei panni della gente che va alle manifestazioni anteponendo l’impegno politico al proprio lavoro».
«Il popolo si ritira se vede che chi ha il dovere e il ruolo di prendere decisioni perde tempo a litigare. Dobbiamo comportarci in modo che non perda la fiducia nei nostri confronti». L’indipendentismo sardo ha sempre puntato molto sullo scambio internazionale di informazioni e di esperienze tra movimenti indipendentisti. In merito, conclude Gaseni «penso che sia molto importante quel che stiamo facendo in questo momento: creare relazioni tra popoli che hanno problemi, inquietudini o speranze simili o uguali. È molto importante restare in contatto, questo ci rende più forti perché ci spieghiamo reciprocamente cose che non sappiamo. Possiamo metterci in guardia rispetto a esperienze già provate, agli scogli che si possono incontrare».