L’ex presidente catalano è stato inviato per intervenire domenica 26 settembre in un incontro di separatisti sardi
“Il Presidente Puigdemont stava venendo in Sardegna per un incontro di cultura catalana in Alghero e per un incontro con indipendentisti sardi che si sarebbe tenuto domenica alle 11 di mattina nella località di Oristano. Il presente era stato inviato dall’associazione Corona de Logu”, spiega Adriano Sollai, avvocato di Cagliari e segretario generale di Progetu Repùblica, movimento agglutinatore dell’indipendentismo sardo.
I movimenti indipendentisti sardi, molto vicini all’indipendentismo catalano – come succede con tutti i movimenti separatisti europei – nonostante il passato comune vede la conquista dell’Isola nel XIV secolo da parte del Regno di Aragona e il successivo dominio militare lungo quattro secoli, l’arresto dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont viene considerato un’aggressione e una mancanza di rispetto da parte dello Stato italiano. “Abbiamo convocato una manifestazione questa mattina davanti alla Corte di Sassari per protestare contro l’arresto”, spiega Sollai.
L’associazione Corona de Logu, che formalmente ha invitato il presidente nell’isola, ha diffuso ieri sera un comunicato nella sua pagina Facebook che dice: “A domani reazioni più meditate. Per ora basti l’orrore che si prova davanti ad un’azione di polizia chirurgica, destinata a colpire non solo Puigdemont e i catalani, ma tutti i movimenti indipendentisti e quindi anche quello sardo, il nostro”. E aggiunge che “Nient’altro si può affermare per un arresto che colpisce un uomo protetto dall’immunità di europarlamentare e che fino a ieri ha portato avanti liberamente la sua azione politica in tutta Europa, senza impedimenti di sorta.
Doveva arrivare in Italia per scoprire che non tutti abbiamo eguali diritti, che le regole non valgono allo stesso modo dappertutto, che la legge è opinabile. Bene. Incameriamo la notizia. Diamo senza riserve solidarietà a Puigdemont. Ci prepariamo a continuare la nostra lotta nella pace, secondo democrazia. E naturalmente senza paura. Le nazioni senza stato vedranno un giorno realizzate le loro aspirazioni. Legittime e sacrosante aspirazioni”, conclude il comunicato.
Alcuni lettori commentano la notizia e scrivono “Italia, che paese corrotto. Che liberino Puigdemont. Un uomo coraggioso in cerca di libertà. Non è un criminale ma un politico nonviolento e onesto. Se il governo italiano lo consegnerà alla Spagna si tratterà di un gesto vigliacco”.
Il movimento Progetu Repùblica definisce la detenzione come un’aggressione verso gli indipendentisti sardi. “Siamo offesi per l’iniziativa dello Stato italiano che ha arrestato il Presidente Puigdemont in modo ingiusto. Chiediamo la sua immediata liberazione. Io stesso ieri notte mi sono offerto per essere il suo rappresentante legale”, spiega Sollai.
Per l’indipendentismo sardo questa situazione è in qualche modo un megafono per una causa che ora è minoritaria. “Non abbiamo rappresentanza nel Parlamento regionale, ma perché le leggi applicano quello che chiamiamo sistema turco, che chiede più del 10% per un seggio nella camera. Ora amministriamo in piccoli municipi e il consenso sta crescendo, afferma Sollai.
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