“Abbiamo i poligoni più grandi d’Europa. È giusto chiederci perché abbiamo tuttora i poligoni più grandi d’Europa e perché l’Europa non abbia poligoni tanto grandi.
Io ho la mia idea, che è molto semplice. A livello economico, ogni volta che si ha a che fare con risorse naturali – lo si insegna nel primo anno di università, quando si tengono i corsi di base di economia – c’è una famosa tendenza a farne un uso eccessivo.
Questo per un motivo molto semplice: perché le risorse naturali non hanno attaccata la targhetta con il prezzo. Il mercato non attribuisce alle risorse naturali automaticamente un prezzo. Se qualcuno deve comprare dei carri armati o delle munizioni sa esattamente quanto costano e, se arriva il Governo che dice che si deve fare una spending review e ridurre le spese su tutte le voci vive del 5 o del 10 per cento, questo avviene, ragion per cui sicuramente si comprerà un carro armato in meno e si starà molto attenti a non esagerare nell’uso di materiali che sono costosi.
C’è una sola eccezione a questa spending review ed è l’uso del territorio che invece rimane perfettamente costante passando per crisi economiche, spending review, gestioni di debiti pubblici e qualunque altra situazione.
Questo per un economista è tutt’altro che misterioso e rivela esattamente una questione che si chiama tecnicamente «fallimento del mercato», ossia il fatto che non si riesca ad attribuire un prezzo a una certa cosa che, invece, ha moltissimo valore sociale. Semplicemente questo elemento non riesce a emergere, come emerge facilmente, invece, il prezzo di un carro armato”.
Le parole che avete appena letto non sono state elaborate dalle nostre forze politiche, non rappresentano quindi la proposta di movimenti e partiti indipendentisti. Sono state pronunciate da un altissimo esponente dell’autonomismo unionista sardo. Si tratta infatti di stralci della trascrizione stenografica dell’audizione del Presidente della Regione Autonoma Sardegna Francesco Pigliaru in sede di indagine conoscitiva in materia di servitù militari presso il Parlamento italiano, il 10 giugno 2014. Si tratta quindi di parole pronunciate dal più alto rappresentante istituzionale sardo nel quadro di una delle sedi istituzionali italiane di più alto livello. Per leggere le nostre proposte politiche vai allo speciale basi.