Oggi, 14 luglio 2022, davanti alla base di Solenzara, in questo giorno di festa nazionale francese ringraziamo i militanti di Corsica Libera che sono presenti e la stampa.
Corsica Libera, movimento indipendentista còrso vuole significare con la sua presenza presso la base militare di Solenzara che la Corsica non ha vocazione di rimanere la portaerei della Francia nel mediterraneo ma che è una nazione che rivendica il suo diritto alla sovranità. Con questa azione Corsica Libera denuncia la volontà di mettere la Corsica in prima linea nella strategia militare francese e i rischi reali connessi nel momento in cui l’Europa vive un contesto geopolitico instabile.
Corsica Libera riafferma che la terra occupata dai militari a Solenzara, Asprettu e Calvi è destinata ad essere restituita alla Corsica, nel quadro di un progetto di interesse nazionale.
Corsica Libera propone che la base di Solenzara possa diventare per esempio, nel pubblico interesse, il baricentro di un polo internazionale di lotta agli incendi.
Corsica Libera chiede all’Assemblea di Corsica di commissionare uno studio indipendente per stabilire il valore della base di Solenzara, i profitti che genera per lo Stato e il costo finanziario che fa subire alla Corsica.
Ormai questi flussi economici non sono più un mistero, si tratta di dati ufficiali che descrivono quello che viene chiamato “commercio delle basi”. Effettivamente questa base è economicamente in attivo per la Francia e con un confronto con quello che avviene all’estero possiamo valutare quanto valgono questi ettari occupati dalla base militare.
Per esempio il costo di locazione annuale della base americana in Kirghizistan è di 60 miliardi di euro all’anno; la base francese di Gibuti 30 milioni all’anno; il progetto di base saudita sempre a Gibuti 125 milioni di euro all’anno.
Il costo dell’affitto orario, cioè il profitto per l’affitto delle infrastrutture, in Sardegna, sono cifre dell’Esercito italiano, 50 mila euro all’ora, cifra fornita dal comandante del poligono di Salto di Quirra.
Inoltre vogliamo sapere quanto costa alla Corsica questa base. Il sindaco de La Maddalena, Pasqualino Serra, negli anni ’90 ha commissionato uno studio indipendente che ha dimostrato che ogni anno la presenza della base de La Maddalena costava alla comunità sarda circa due miliardi di lire all’anno. Vale a dire, in 25 anni, 46 miliardi di lire.
Costi di investimento, danni all’ambiente, mancato guadagno per l’occupazione di terre produttive. Noi chiederemo tramite la nostra eletta all’Assemblea di Corsica Josepha Giacometti di aprire questo dibattito e di commissionare questo studio. Ci stiamo coordinando in questa azione che rientra in una campagna internazionale con i nostri fratelli indipendentisti sardi di iRS, ProgReS e Torra, che condurranno a loro volta una campagna simile.
Termino ricordando che da molti mesi ed anni in questo campo alti responsabili politici e militari francesi non smettono di ricordarci quale sia il senso profondo della loro presenza in Corsica: noi siamo il loro avamposto e la loro portaerei nel Mediterraneo. Noi rifiutiamo evidentemente questa visione, ricordiamo che la Corsica è un popolo, una nazione sempre in lotta. E vogliamo dire a tutti coloro che si oppongono al progresso della Corsica che queste basi non rientrano nel concetto di solidarietà nazionale francese o di generosità economica della Francia. Ricordiamoci sempre quanto vale questa base per la Francia e quanto costa alla Corsica.
Oggi, davanti a questa base vogliamo dire che è arrivata l’ora di fare i conti, che questo pezzetto di terra còrsa sarà sempre nostro e che ci batteremo sempre perché la terra còrsa sia dei còrsi.