“Anche questi aspetti sono stati affrontati con molta chiarezza, sia nella mozione già citata, sia nelle relazioni della Commissione di indagine parlamentare. Si è parlato molto spesso della necessità di sviluppare gli aspetti che riguardano l’uso duale delle servitù militari.
Ci sono esempi molto chiari, ma la sostanza è questa: l’attività intorno alle servitù militari ha certamente un buon potenziale di attrarre e sviluppare investimenti in ricerca e innovazione che riguardano non soltanto aspetti strettamente militari, ma anche aspetti a questi collegati. Come si sa, moltissime innovazioni del mondo che hanno raggiunto noi, a cominciare da Internet, sono partite da esigenze militari. Questo è un punto importante.
C’è una regola molto semplice: fatti pari a cento gli investimenti in corso e già impostati intorno ad attività militari e duali in Italia – immaginando di conoscerli nella loro attuale dimensione – fatto pari a cento l’impegno in ricerca e innovazione nell’ambito militare e duale da parte del Governo, del Ministero della Difesa e del settore ad esso collegato, la quota parte che dovrebbe andare alla Sardegna dovrebbe essere proporzionata al gravame delle servitù militari ivi collocate. Noi abbiamo il 65 per cento delle servitù militari. Dobbiamo mirare ad avere tendenzialmente una quota simile della ricerca che si svolge in ambito militare e in quello ad esso collegato.
È una regola semplice, che fa riferimento a una regola che nel passato è stata adottata per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, quando si è deciso che il 40 per cento dei nuovi investimenti delle partecipazioni statali dovesse collocarsi nel Mezzogiorno d’Italia. Le regole semplici aiutano a chiarirci le idee. Noi siamo gli azionisti di maggioranza sul lato dei costi. Vogliamo essere gli azionisti di maggioranza anche sul lato dei benefici che tali costi devono bilanciare”.
Le parole che avete appena letto non sono state elaborate dalle nostre forze politiche, non rappresentano quindi la proposta di movimenti e partiti indipendentisti. Sono state pronunciate da un altissimo esponente dell’autonomismo unionista sardo. Si tratta infatti di stralci della trascrizione stenografica dell’audizione del Presidente della Regione Autonoma Sardegna Francesco Pigliaru in sede di indagine conoscitiva in materia di servitù militari presso il Parlamento italiano, il 10 giugno 2014. Si tratta quindi di parole pronunciate dal più alto rappresentante istituzionale sardo nel quadro di una delle sedi istituzionali italiane di più alto livello. Per leggere le nostre proposte politiche vai allo speciale basi.