di Corsica Libera
La Sardegna, in particolare la Provicia di Oristano, è devastata dagli incendi. Mentre scriviamo questo documento venti mila ettari sono già andati distrutti, comprese molte aziende agricole.
Il Popolo Corso conosce purtroppo il prezzo di queste catastrofi: al disastro ecologico si aggiungono le perdite materiali, la messa in pericolo di vite umane e, più profondamente, i danni a volte irreversibili alla terra come elemento costitutivo dell’identità unica dei nostri popoli.
In queste circostanze, Corsica Libera assicura al Popolo Sardo il suo più fraterno appoggio.
Al di là di questa naturale solidarietà, Corsica Libera intende riproporre la questione dei mezzi di lotta al fuoco nei paesi mediterranei fortemente esposti a questi rischi. In un momento in cui gli esperti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) si preparano a presentare un nuovo rapporto sugli effetti del riscaldamento globale, sia la Corsica che la Sardegna devono disporre dei mezzi adeguati a queste nuove sfide.
A questo proposito i rappresentanti eletti di Corsica Libera avevano largamente contribuito, dal 2017, a far adottare al Consiglio Corso-Sardo una delibera sostenuta da tutti i gruppi politici delle due isole al fine di ottenere una messa in comune delle risorse aeree nel nostro territorio comune. Con la messa a disposizione di risorse direttamente posizionate su basi corse e sarde.
In futuro, lo sviluppo della cooperazione corso-sarda dovrà necessariamente rientrare tra i punti del futuro Servizio antincendio e di soccorso corso (SIS), la cui territorializzazione è ancora prevista a tre anni dalla creazione della Collettività unica. .
Infine, nell’ambito del controllo di questo settore strategico per la Corsica, Corsica Libera chiede che la base militare di Vintisari-Sulinzara, per la sua vicinanza con le coste sarde, possa essere mobilitata come base operativa di lotta contro gli incendi in entrambi i lati delle Bocche di Bonifacio.
Questo pezzo di terra corsa non è destinato a rimanere per sempre il campo di addestramento e il punto di partenza delle forze militari francesi come parte della sua politica neocoloniale. La sua assegnazione a una missione di interesse pubblico costituirebbe il primo passo per la riappropriazione di questo luogo da parte della Corsica e del suo popolo.