ELEZIONI, SORU A MACOMER: LA SARDEGNA DEVE TORNARE A CONTARE, DOPO IL 25
FEBBRAIO L’IMPEGNO CONTINUERÀ A CAGLIARI E SASSARI.
Macomer, 12 gennaio 2024. «Vogliamo partecipare e vincere queste
elezioni regionali perché pensiamo che ci sia una situazione confusa e
un’offerta politica inaccettabile da entrambe le parti e perché ogliamo
che la Sardegna torni a contare. Non torneremo più indietro, non saremo
più sotto la politica italiana: dopo le regionali, ci presenteremo anche
alle elezioni di Cagliari e Sassari». L’ha detto Renato Soru oggi a
Macomer nel corso dell’incontro “La Sardegna di oggi e di domani”,
durante il quale ha risposto alle domande di Paolo Maninchedda e del
pubblico in sala.
«Pensiamo – ha detto il candidato della Coalizione sarda – che la
Sardegna abbia bisogno d’altro, in questo momento di particolare crisi
ma anche di grandi opportunità che dobbiamo cogliere con un progetto, la
capacità di governo e la garanzia di fare ciò che diciamo per portare
l’isola fuori dall’emergenza e da quel ritardo di sviluppo che sembra
una condanna che non riusciremo mai a scrollarci di dosso.»
Soru si è poi soffermato sugli schieramenti in lizza per le prossime
elezioni regionali: «Da una parte – ha detto – abbiamo la Destra, che si
richiama nei riferimenti, nelle immagini e anche nei gesti, come abbiamo
visto qualche giorno fa, al Movimento sociale italiano e ad Alleanza
nazionale.
La proposta di Fratelli d’Italia è chiarissima: sappiamo da dove viene e
sappiamo dove ci vuole portare.»
«Orgogliosi e forti, come dice Giorgia Meloni dai cartelloni
pubblicitari – ha attaccato il candidato – perché ci vogliono deboli e
rassegnati: poche settimane fa, il ministro della Difesa Crosetto è
venuto a Cagliari a dire che la Sardegna ha la vocazione naturale a fare
il poligono militare. Quindi forti e orgogliosi, ma ci vogliono
bersaglio. E così forti e orgogliosi che stanno centralizzando tutto a
Roma: la gestione delle zone economiche speciali, quella dei fondi di
coesione e sviluppo o dei parchi naturali come quelli di La Maddalena o
dell’Asinara. A Roma scelgono anche il candidato del centrodestra: in
futuro cosa potrà decidere questo ipotetico presidente quando andrà a
Roma a confrontarsi con Meloni o con un ministro o col governo.
Rappresenterà noi o loro che l’hanno messo là?»
Il tema è analogo e speculare dall’altra parte perché, ha osservato
Renato Soru, «c’è una proposta altrettanto inaccettabile: populista,
massimalista, giustizialista, antieuropeista, qualche volta
terrapiattista, qualche volta con la destra, qualche volta con la
sinistra e domani chissà dove, fuori da ogni affidabilità politica ,
fuori da ogni progetto chiaro. Anche in questo caso, quando sarà il
momento, la presidente 5stelle andrà a Roma a rappresentare la Sardegna
o chi l’ha voluta in quel ruolo con la complicità del Partito
democratico?»
Perciò, dice Renato Soru, «in Sardegna vogliamo tornare a contare: non
possiamo tornare all’idea che si decide tutto a Roma. E se ci dicono che
è sempre stato così, lo cambiamo: anche perché sta diventando sempre
peggio. Quanto è accaduto in questi mesi i partiti degli anni 70 e 80
non l’avrebbero mai accettato, perché avevano un pensiero autonomista.
Vogliamo – ha concluso – una libertà che non abbiamo mai avuto e la
vogliamo per oggi e per domani: decidere sulla nostra politica, mettere
al centro gli interessi e i bisogni della Sardegna per risolvere i
problemi del presente e progettare le opportunità del futuro.»
«Non torneremo più indietro ha concluso Soru -: ci presenteremo alle
elezioni di Cagliari e Sassari. Come le altre regioni europee con una
forte identità e autonomia, la Sardegna deve avere una sua proposta
politica non residuale rispetto a Elly Schlein e Giuseppe Conte, a
Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Noi abbiamo cuore, testa, capacità,
forza per rappresentarci da soli, per confrontarci con l’esterno in
maniera moderna, istruita e consapevole. In maniera onesta: leale e
aperta a tutti quanti, ma veramente mai più sotto nessuno, nemmeno sotto
la politica italiana»