Gli attentati, le minacce, la violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali sono una costante delle cronache sarde. Sempre da condannare, mai giustificabili. Piuttosto da studiare, per comprendere cosa li origini: la difficoltà ad accettare il metodo del confronto, il dialogo, un convivere civile che non ricorra mai, neppure per ipotesi, all’intimidazione.
Ieri sera si è diffusa questa notizia: una cartuccia caricata a salve e un sinistro augurio di Pasqua sul parabrezza dell’automobile di Luca Sedda, capogruppo di opposizione nel Consiglio comunale di Gavoi. Luca, socio della Corona de Logu, è cofondatore di Comunidade, movimento che negli ultimi anni ha praticato con decisione la strada della democrazia partecipativa. Non facile, tortuosa, ma la sola che possa portare una vera novità alla nostra politica.
Così, ieri sera Comunidade affermava: «Non lasceremo che questo gesto ci svii dal nostro impegno per la collettività contro ogni forma di disuguaglianza, discriminazione, clientelismo, prepotenza, fenomeni, questi ultimi, che continuano a impantanare la nostra isola nel fango delle cronache. […] Comunidade continuerà a lavorare perché la comunità possa autodeterminarsi nel pensiero critico e nella prassi. Proseguiremo nel nostro cammino verso una filosofia e una pratica politica che ci portino fuori dalla subalternità amministrativa, sociale, culturale e politica verso un domani de-colonizzato in senso ampio, progressista, comunitario, solidale».
Corona de Logu, assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi, fa sue queste parole ed è vicina a Luca Sedda, a Comunidade e a tutti i sindaci, assessori, consiglieri comunali che in Sardegna provano ogni giorno, spesso in circostanze ambientali ostili, a cambiare le cose. Autodeterminarsi è possibile, crescere nella libertà è possibile, diventare indipendenti è possibile. Per ciascuno di noi e per noi insieme. Per tutto il popolo sardo.