Puigdemont torna dall’esilio nel giorno dell’investitura del nuovo presidente catalano

Solidarietà a Carles Puigdemont da parte delle delegazioni internazionali partecipanti alle Ghjurnate Internaziunale di Corti in Corsica nell'agosto 2024.

8/8/24. Il presidente Carles Puigdemont ha annunciato in un video pubblicato il 7 agosto 2024 il suo ritorno in Catalogna dall’esilio che aveva scelto sette anni fa all’indomani del referendum indipendentista e della dichiarazione di indipendenza immediatamente sospesa.

Puigdemont, recentemente eletto deputato nel Parlamento catalano, dovrebbe partecipare, alle ore 10 dell’8 agosto 2024 all’investitura del nuovo Presidente catalano, il socialista Salvador Illa, sostenuto da Esquerra e da En Comù Podem.

Per le ore nove i partiti politici e le associazioni indipendentiste hanno preparato una concentrazione per ricevere Puigdemont nei pressi dell’Arco di Trionfo nella capitale catalana.

Puigdemont deve fare i conti con un mandato d’arresto spiccato dal giudice Pablo Llarena, del Tribunale Supremo spagnolo, che, nonostante la recente legge spagnola, si rifiuta di amnistiarlo per il reato di malversazione di denaro pubblico per l’organizzazione del referendum del 2017. Questo significa che la polizia può arrestarlo non appena lo riesca a localizzare.

Se Puigdemont sarà arrestato il presidente del Parlamento catalano Josep Rull dovrà sospendere la sessione di investitura di Illa perché Puigdemont è un deputato.

Al suo arrivo in piazza Puigdemont ha dichiarato: “sette anni fa ci hanno perseguito per aver voluto ascoltare la voce del popolo catalano”. “Oggi sono venuto qui a ricordargli che siamo ancora qui. Ancora siamo qui perché non abbiamo rinunciato a nulla”. “Il diritto all’autodeterminazione appartiene al popolo, non sarà mai un reato organizzare un referendum”. “Più di due milioni di persone hanno votato nel 2017 e da quella vittoria è nata una repressione feroce che ha interferito con le nostre vite e le nostre istituzioni”. “Non so quando ci rivedremo ma spero che quel giorno potremo gridare assieme la stessa cosa con cui finirò questo intervento: visca Catalunya!”.

Aggiornamenti sul ritorno di Puigdemont e la sessione di investitura del nuovo presidente catalano in Parlamento

16:21 I Mossos d’Esquadra, polizia catalana, chiariscono che non hanno emesso nessun ordine di arresto per Jordi Turull, segretario generale di Junts, ma che stanno indagando sulle possibili responsabilità penali delle persone relazionate con gli spostamenti di Puigdemont. Nel frattempo il Parlamento catalano ha sospeso il dibattito di investitura di Illa dopo che la presidenza del parlamento ha ammesso la petizione di Junts. E’ in corso la giunta dei portavoce.

15:35 Il capogruppo di Junts nel Parlamento catalano, Albert Batet, ha reagito alla riattivazione del dispositivo di ricerca di Puigdemont: “è per questo che chiediamo che non riprenda la sessione di investitura finché non siano recuperate le condizioni di normalità democratica. Il presidente Puigdemont non è un delinquente, non è condannato né detenuto”. Il PSC, Esquerra ed En Comù Podem sono contrari alla sospensione. Per Esquerra la sessione di investitura si deve sospendere nel caso in cui Puigdemont venga arrestato.

15:26 I Mossos d’Esquadra, polizia catalana, annunciano di aver riattivato il dispositivo di ricerca di Carles Puigdemont e confermano l’arresto di un agente per la sua collaborazione con “la fuga”. Hanno inoltre ordinato l’arresto di Jordi Turull, segretario generale di Junts, e di un Vigile del Fuoco per la collaborazione con Puigdemont.

15:10 Conferenza stampa del gruppo parlamentare di Junts. La portavoce Monica Sales afferma che il gruppo ha presentato una mozione per bloccare la sessione di investitura di Salvador Illa fin quando Puigdemont non potrà parteciparvi. Inoltre Junts denuncia che l’enorme dispiegamento di forze di polizia che ha bloccato la Catalogna in cerca di Puigdemont è “inaccettabile”, una “mancanza di rispetto” verso i cittadini e le istituzioni. Ha infine criticato gli “arresti illegali” in riferimento ai Mossos che hanno aiutato Puigdemont a uscire dalla piazza del comizio.

13:56 Uno degli avvocati di Puigdemont, Jordi Cabré, ha assicurato che “la missione del presidente e del suo ritorno in Catalogna non era né farsi arrestare né boicottare la sessione di investitura” del nuovo presidente catalano.

13:56 I Mossos d’Esquadra annunciano di aver disattivato l’operazione per la ricerca di Carles Puigdemont senza averlo trovato.

13:00 Il deputato di Esquerra Josep Maria Jové: “Il presidente Puigdemont non ha potuto occupare il suo posto nel Parlamento a causa di una aberrazione democratica. Oggi Esquerra lascia una presidenza molto anelata. Il lavoro di questo governo è stato esemplare. Al signor Illa ricordo che il nostro è un sì pieno di condizioni, carico di no. Oggi Esquerra ha sfiducia e distanza rispetto al Partito Socialista catalano. Abbiamo memoria e ne abbiamo motivo”. “Signor Illa, non si confonda, oggi non ha una maggioranza per girare pagina rispetto ai nostri obiettivi storici”. “Il nostro appoggio alla sua investitura è solamente un sì all’accordo che abbiamo raggiunto, è un sì in guardia e vigile”. Jovè ha sottolineato le distanza che ancora sussistono tra Esquerra e il PSC nonostante siano arrivato ad un accordo: “questo è un accordo strategico, i nostri progetti politici divergono. E’ un sì all’accordo, al contneuto, no a un governo condiviso né al sottogoverno”.

12:00 In rappresentanza di Junts prende la parola Albert Batet: “i cittadini, assieme alle associazioni indipendentistte, hanno partecipato al ritorno del presidente Puigdemont”. Batet ha denunciato le cariche della polizia contro i manifestanti fuori dal Parlamento. “Cercano Puigdemont come cercavano le urne del referendum”. “In una situazione normale oggi il presidente Puigdemont avrebbe potuto essere nel Parlamento catalano e avremmo dovuto lavorare per questo”. “Viviamo in uno Stato democratico o in uno Stato giudiziario? I giudici rifiutano di applicare la legge e il potere esecutivo è passivo”. “Illa è stato il primo sostenitore dell’applicazione dell’articolo 155 (sospensione dell’autonomia). Mentre noi siamo fedeli ai valori repubblicani del referendum”. “Il futuro della nazione è più in pericolo con un presidente che predica la necessità della spagnolizzazione”.

11:00 I Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma catalana, hanno organizzato una complessa e vasta operazione di controllo delle arterie di uscita da Barcellona per impedire a Carles Puigdemont di uscire dalla città. Un poliziotto catalano è stato arrestato per aver fatto salire sulla sua vettura privata Carles Puigdemont. La presidente di Junts Laura Borras ha dichiarato: “Uno dei mossos leali alla Presidenza della Generalitat in esilio è stato arrestato da coloro i quali organizzano un dispositivo di ricerca degno dei delinquenti più pericolosi, non di un deputato del Parlamento catalano. E’ un patriota e un mosso esemplare. Forza e grazie”.

10:50 L’organizzazione di estrema destra spagnola Hazte Oir (Fatti sentire) ha annunciato di aver denunciato il ministro degli interni spagnolo, il presidente catalano Pere Aragones e il capo dei Mossos per omissione nel non aver arrestato Carles Puigdemont a Barcellona.

10:10 Il candidato all’elezione a presidente catalano, il socialista Salvador Illa afferma, durante il suo discorso in parlamento: “Voglio esprimere la mia volontà e quella del mio gruppo parlamentare per l’applicazione della legge di amnistia per tutti”. “Penso che la nazione fa parte di una Spagna plurinazionale e di un’Europa federale”. “Abbiamo una cultura e un’identità proria”. “Il governo di Esquerra ha lasciato un paese migliore di quello che ha trovato”.

09:55 La sessione di investitura del presidente Illa dovrebbe iniziare alle 10 ma Carles Puigdemont non è ancora entrato nel Parlamento. Secondo fonti giornalistiche catalane i corpi di polizia non lo hanno localizzato.

08:55 Il presidente Carles Puigdemont è arrivato in piazza. “Sette anni fa ci hanno perseguito per aver voluto ascoltare la voce del popolo catalano”. “Oggi sono venuto qui a ricordargli che siamo ancora qui. Ancora siamo qui perché non abbiamo rinunciato a nulla”. “Il diritto all’autodeterminazione appartiene al popolo, non sarà mai un reato organizzare un referendum”. “Più di due milioni di persone hanno votato nel 2017 e da quella vittoria è nata una repressione feroce che ha interferito con le nostre vite e le nostre istituzioni”. “Non so quando ci rivedremo ma spero che quel giorno potremo gridare assieme la stessa cosa con cui finirò questo intervento: visca Catalunya!”.

In aggiornamento.

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