“Questo è un punto che non è stato trattato nell’interlocuzione e nella collaborazione tra i vari livelli di governo. Esso andrà, invece, portato alla massima attenzione di tutti, perché esistono tecniche, riconosciute ormai persino a livello della giurisprudenza internazionale dai tribunali internazionali, attraverso le quali si può attribuire un valore a risorse naturali che automaticamente non ricevono valore dai meccanismi di mercato.
Esistono tecniche basate su valutazioni contingenti e analisi controfattuali che consentono di stimare il valore di queste risorse.
Il fatto di avere servitù militari così grandi, spesso in parte non utilizzate e apparentemente non essenziali, e constatare la persistenza di questa situazione vengono dal fatto che non siano attribuiti costi realistici all’uso di queste servitù nella loro attuale dimensione.
È molto importante attribuire costi realistici. Servirebbe una situazione in cui ci si dica: «Io, Difesa, io Governo, o quello che si vuole, ho assolutamente bisogno di 13.000 ettari, ma di questi 13.000 ettari devo avere un costo riconosciuto e condiviso, perché, a fronte di tale costo, mi aspetto che, una volta che questo venga attribuito seriamente, si possa anche ragionare e dire che eventualmente i 13.000 ettari costano troppo rispetto a quello che serve e che magari ne servono 7.000, 8.000 o 9.000».
Questo non succederà mai, questo processo non partirà mai fino a quando non riusciremo ad attribuire un realistico costo a ogni ettaro di servitù militare, esattamente come si attribuisce un realistico costo a un carro armato. Nel caso del carro armato si arriva, quando c’è una spending review, a dire: «Forse posso fare le stesse cose con un po’ meno carri armati, perché non posso permettermi di averne il numero che avevo vent’anni fa». Abbiamo bisogno di arrivare a questo perché i carri armati sono una cosa seria, ma le risorse naturali sono una cosa più seria, anche perché possono subire danni irreversibili”.
Le parole che avete appena letto non sono state elaborate dalle nostre forze politiche, non rappresentano quindi la proposta di movimenti e partiti indipendentisti. Sono state pronunciate da un altissimo esponente dell’autonomismo unionista sardo. Si tratta infatti di stralci della trascrizione stenografica dell’audizione del Presidente della Regione Autonoma Sardegna Francesco Pigliaru in sede di indagine conoscitiva in materia di servitù militari presso il Parlamento italiano, il 10 giugno 2014. Si tratta quindi di parole pronunciate dal più alto rappresentante istituzionale sardo nel quadro di una delle sedi istituzionali italiane di più alto livello. Per leggere le nostre proposte politiche vai allo speciale basi.