SCORIE NUCLEARI, SORU A NURALLAO: INACCETTABILE L’IDEA DI STOCCARLE
NELLE BASI MILITARI, SARDEGNA A RISCHIO.
Cagliari, 23 gennaio 2024. «La proposta del ministero della Difesa di
stoccare le scorie nucleari nelle basi militari è inaccettabile. Abbiamo
più servitù militari di chiunque altro in Italia e aumenterebbe
enormemente la probabilità che la Sardegna venga scelta per il
deposito»: l’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda
Renato Soru nell’intervento che ha chiuso l’incontro “La Sardegna di
oggi e del futuro”, tenutosi ieri a Nurallao e coordinato da Luigi Pisu
di Vota Sardigna.
«Se i sardi votano Truzzu ed eleggono un presidente della Regione di
Fratelli d’Italia – ha continuato Soru, rispondendo a una domanda del
pubblico intervenuto nell’aula consiliare del Comune del Sarcidano – ,
che forza avrà di andare da Giorgia Meloni, da colei che l’ha indicato
per quel posto, e rappresentare gli interessi della Sardegna invece di
quelli del partito che l’ha messo là? O come potrà andare a protestare
dal ministro della Difesa Guido Crosetto, quello che lo scorso 4
novembre è venuto a Cagliari a dirci che non c’è intenzione di ridurre
le servitù militari, ma anzi di ampliarle ancora?»
Per Soru l’allerta dev’essere massima perché «pensano di mettere le
scorie nelle servitù già esistenti e non di crearne altre: noi siamo
quelli che ne hanno più di tutte. E – ha aggiunto – chi ha firmato gli
emendamenti che andranno all’esame del Parlamento, dovrebbe avere il
coraggio di venire allo scoperto e dirci se vuole che la Sardegna, che
tanto ha già dato sul versante delle servitù, debba chinare la testa
ancora una volta.»
Nel corso dell’incontro, aperto da un dialogo in lingua sarda tra Pisu e
il candidato presidente della Coalizione sarda e che ha visto anche la
presentazione dei candidati del territorio, Soru ha risposto a numerose
domande del pubblico, si è soffermato sulle proposte della Coalizione in
materia di agricoltura, sanità e sulle opportunità date dai fondi
europei anche per lo sviluppo delle aree interne e dei piccoli paesi. «È
arrivato il tempo – ha concluso – di mettersi insieme e costruire in
Sardegna una proposta politica diversa che abbia cuore e testa in
Sardegna e punti sull’intelligenza dei sardi, sulla loro volontà e sulla
loro capacità di vincere la rassegnazione, alzarsi in piedi e dire: ci
siamo. Possiamo cambiare radicalmente la Sardegna.»