Orgosolo, 5 gennaio 2024. «È importante parlare di cultura d’impresa in
un territorio come questo, non avrebbe senso farlo dove è già affermata
e importante. Ma qui, a Orgosolo, sottotraccia si vede nascere un’idea
nuova di sviluppo, slegata dal passato e legata al territorio, alle
specificità locali, ai talenti delle persone, alimentati dal maggiore
livello di istruzione e a una nuova capacità di lavorare insieme.
Vogliamo che questo nuovo sviluppo sia anche alimentato da una buona
politica, attenta e vicina ai bisogni dei territori e delle comunità e
da un miglior livello di istruzione, perché non esiste cultura d’impresa
senza scuola».
Lo ha detto Renato Soru durante l’incontro “Sviluppo locale e cultura
d’impresa”, ospitato stasera all’Auditorium comunale di Orgosolo.
Tra i temi affrontati, il candidato presidente della Coalizione sarda ha
parlato anche delle nuove possibilità legate al patrimonio forestale:
«In tutti questi anni – ha detto – la Regione ha gestito l’attività
forestale come un contentino, una forma di assistenzialismo per le zone
interne dove non c’era lavoro. Ma le nostre foreste, seconde in Italia
per superficie, producono in silenzio un grandissimo lavoro: catturano
la Co2 contribuendo alla salvaguardia del pianeta dai cambiamenti
climatici».
«Questo bene – ha continuato il candidato – oggi possiamo metterlo a
valore economico grazie al sistema dei certificati bianchi: le imprese
che inquinano possono acquistare titoli di efficienza energetica
finanziando attività compensative di forestazione soprattutto nei paesi
in via di sviluppo. Anche le nostre foreste possono entrare in questo
sistema e così creare nuovo lavoro e nuova ricchezza».
C’è spazio anche per una citazione dai Canti barbaricini di Sebastiano
Satta. «Quando nel 2004 – ha ricordato Renato Soru – venimmo a
festeggiare la vittoria alle elezioni qui vicino, a Montes, lessi una
scritta che diceva: ‘Se l’aurora arderà su’ tuoi graniti / Tu la dovrai,
Sardegna, ai nuovi figli’. Satta lo scriveva nel 1904, ma è valido ancor
oggi: il futuro migliore lo dobbiamo a noi stessi, perché nessuno ce lo
porterà o regalerà. Dobbiamo costruirlo noi anche quando sembra
difficile o la strada impervia. Solo col lavoro e l’impegno di tutti
potremmo fare il salto definitivo e diventare una regione moderna, dove
il benessere è diffuso e il lavoro è stabile e ben retribuito».