Trovare le parole giuste per descrivere il mio modo di intendere l’indipendentismo non è semplice perché, onestamente, alla base di tutto c’è un profondo dissapore nei confronti dello Stato italiano.
Da sempre sono impegnato politicamente con la mia partecipazione ad iRS, sin dalla sua nascita, ma soprattutto col mio percorso artistico con i Kenze Neke e con gli Askra e attraverso gli altri progetti artistici che son venuti dopo. Penso che il ruolo dell’arte impegnata in politica sia cruciale nella formazione di una coscienza nazionale diffusa, costruita sia sull’elaborazione e la maturazione politica sia sull’emozione e il trasporto emotivo.
Nella mia vita ho sempre cercato di capire se i sardi riusciranno mai a riconoscere se stessi come popolo e a rapportarsi quindi nei confronti dell’Italia in un modo più maturo, coscienti dei ruoli, dei rapporti di forza e della reale posta in gioco, politica, economica e sociale.
Quel che è sicuro è che continuerò con tutti i mezzi a mia disposizione a lavorare affinché in futuro i sardi possano realmente governare la propria nazione in forma di Repubblica di Sardegna.