La Via Pirenaica è stata un’iniziativa congiunta realizzata da indipendentisti baschi e catalani che ha illuminato i Pirenei dal Mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico alla quale ha partecipato anche la comunità maiorchina.
Le associazioni civiche catalana ANC e basca Gure Esku hanno realizzato la loro prima iniziativa unitaria illuminando le cime di più di 300 monti pirenaici per rivendicare il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Questo è l’inizio di una collaborazione ad ampio raggio.
La luce dell’autodeterminazione
Più di 300 cime dei Pirenei sono state illuminate al tramonto, una scena di grande impatto emotivo. Dapprima sul versante catalano, dove fa notte prima, e poco a poco verso ovest fino a raggiungere le 120 cime illuminate dai volontari baschi. La linea di luci che ha percorso le cime pirenaiche è stata creata con le lanterne frontali dei partecipanti.
La grande mobilitazione è stata organizzata dall’Assemblea Nazionale Catalana, dalla Federazione degli Escursionisti catalani e da Gure Esku. Ha inoltre visto la collaborazione di Omnium Cultural e di Artistes de la Repùblica nonché dell’Assemblea Sobiranista de Mallorca. L’iniziativa va ben oltre la frontiera pirenaica tra Stato francese e spagnolo, Bruxelles è l’evidente riferimento politico. Ha partecipato anche una delegazione di attivisti politici madrileni favorevoli al diritto all’autodeterminazione.
Gli esponenti dell’organizzazione hanno dichiarato che “uniranno le forze e useranno l’intelligenza collettiva affinché la loro voce e i loro argomenti vengano ascoltati”. Tanto gli attivisti baschi quanto quelli catalani assicurano di guardare con attenzione ai processi di Scozia e Irlanda e stanno già pensando alla situazione delle nazioni amministrate dallo Stato spagnolo nel giorno in cui un nuovo referendum di autodeterminazione si svolgerà in Europa.
Versante catalano
Secondo quanto riporta il quotidiano Vilaweb sul versante catalano è stato incaricato di inaugurare l’azione il sindaco di Guils, Josep Mendo, seguito da Marc Sellarès, coordinatore dell’Assemblea Artistes de la Repùblica, che ha affermato che la Via Pirenaica è l’opera d’arte più grande mai realizzata e che la dissidenza politica in forma artistica è molto difficile da reprimere. Il presidente della Federazione degli Escursionisti Catalani Jordi Merino ha sottolineato che c’era necessità di ravvivare la fiamma dell’indipendentismo.
Dolors Feliu, presidente dell’Assemblea Nazionale Catalana ha dichiarato che portare a compimento una mobilitazione di questo genere ha comportato “molti mesi di lavoro con il coinvolgimento di moltissime persone. A cominciare dalla collaborazione con i coorganizzatori baschi che hanno voluto portare luce e speranza nelle montagne che nel passato furono testimoni della ritirata congiunta e dolorosa verso l’esilio del lehendakari Agirre e del presidente Companys”.
La storia, spiega Feliu “genera memoria e ci unisce. Questo oggi è un vantaggio perché un’azione come questa si può realizzare solo grazie al lavoro di squadra e unendo varie forze. Questo è un enorme grido silenzioso, un appello alla comunità internazionale per una causa giusta e a favore della pace e dell’autodeterminazione dei popoli. Una protesta contro le frontiere imposte attraverso la violenza e l’oppressione agite dagli Stati”.
L’azione artistica più grande d’Europa
L’ANC ha affermato che questa “Via Pirenaica” è l’azione artistica di carattere politico più grande che sia mai stata realizzata in Europa. Attivismo e creazione artistica abbracciati, un’azione che resterà nella memoria, un racconto poetico e politico che si trasformerà in un grande evento di luce nel mezzo dell’oscurità che adesso ci circonda”.
Versante basco
Dall’associazione Gure Esku – riporta il quotidiano Gara – sottolineano che illuminare le cime di 120 monti baschi non è una cosa fine a se stessa: “la nostra cima, il nostro obiettivo, è ben più di un ottomila metri: vogliamo tornare ad attivarci collettivamente per intraprendere un processo di acquisizione di sovranità. Le cime che sono state illuminate dalla luce dell’autodeterminazione non sono state tutte semplici da raggiungere, alcune sono state catalogate come “verdi” e hanno visto la partecipazione della maggior parte degli attivisti, altre sono state contrassegnate dal livello di difficoltà “rosso” e sono state raggiunte dagli attivisti come maggiori competenze alpinistiche. L’azione collettiva è stata impressionante.
Per Gure Esku – che in Basco significa “nelle nostre mani” – questa iniziativa rientra nella linea d’azione inaugurata con la dichiarazione di Arantzazu del dicembre 2019 nella quale la piattaforma ha descritto la “necessità di elaborare e dare vita ad un accordo per decidere il nostro futuro”.
La dichiarazione prevede inoltre che la popolazione basca ha “il diritto a decidere le proprie istituzioni politiche, il proprio status politico, il livello di autogoverno e le relazioni tra i propri territori in modo diretto, libero e senza limiti”.
Una visione democratica delle frontiere
La portavoce di Gure Esku, Amalur Alvarez, ha dichiarato: “Stiamo vivendo un giorno speciale, emozionante, pieno di magia, che conserveremo nella nostra memoria. Questa combinazione tra rivendicazioni politiche, natura, montagna, notte e luce ha una forza incredibile. È stato possibile grazie alla partecipazione di migliaia di persone impegnate per assicurare il futuro dei nostri Paesi”.
Per Gure Esku “ancora una volta stiamo dimostrando il potere delle persone. Ogni luce sulla montagna è una stella che illumina il cammino verso la libertà e la sovranità dei nostri popoli. Sommando le forze basche e catalane siamo stati capaci di illuminare tutti i Pirenei e se continueremo a cooperare saremo capaci di fare passi in avanti rispetto ai nostri obiettivi comuni. Scommettiamo su questo per il futuro, scommettiamo su nuove iniziative comuni, non solo tra entità basche e catalane ma anche assieme ad organizzazioni di altri popoli d’Europa e del mondo che lottano per essere liberi e sovrani”.
Per la portavoce di Gure Esku “l’azione della Via Pirenaica rivendica anche una visione democratica delle frontiere. Vogliamo che le frontiere vengano decise democraticamente, con il voto, non con le imposizioni, le guerre o la violenza. Inoltre vogliamo dire chiaramente che per Euskal Herria e Catalogna i Pirenei non rappresentano una frontiera ma un punto di incontro per baschi e basche e catalane e catalani da entrambi i versanti della catena”.
Alvarez è intervenuta anche in Inglese affinché le sue parole possano risuonare anche oltre le frontiere statali. Ha chiesto rispetto per la Lingua, per la cultura, per i diritti civili, politici e democratici. “We demand respect for our languages and cultures, we demand respect for the civil and political rights of each and every one of our citizen, we demand respect for the democratic will of our peoples”.
Il comunicato ufficiale
Il sito della Via Pirinenca/Pirinioetako Bidea pubblica il seguente comunicato.
Illuminare i Pirenei in favore dell’autodeterminazione dei popoli. La sfida che lanciamo è quella di illuminare simultaneamente più di 300 cime di tutti i Pirenei. Utilizzando fari speciali e lanterne frontali creeremo una linea di luce che percorre i Pirenei per rivendicare il diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Mobilitazione congiunta basco-catalana
Si tratta dalla prima mobilitazione organizzata congiuntamente da entità sociali basche e catalane. In concreto la Via Pirenaica 2022 è organizzata dall’Assemblea Nazionale Catalana (ANC), Gure Esku e la Federaciò d’Entitats Excursionistes de Catalunya (FECC).
L’iniziativa si ispira a mobilitazioni già realizzate come “Llum i llibertat” che illuminò 131 cime nel 2019 e come le iniziative simili che illuminarono montagne emblematiche basche come Aiako Harria, Txindoki o Anboto (2019), o come la mobilitazione “Cims per la llibertat” del 2018.
Sfida collettiva e partecipativa
Il progetto è una grande sfida che resterà nella nostra memoria. Attivismo e creazione artistica abbracciati. Un concetto poetico e politico che si trasforma in un grande atto di immagini. Se ci saranno alcune cime adatte solo per alpinisti con grande esperienza, la gran parte delle cime saranno aperte alla partecipazione di tutti i tipi di escursionisti. Ogni cima sarà una sfida collettiva basata sulla cooperazione, facendo attenzione in ogni momento alla sicurezza dei partecipanti.
Il rispetto dell’ambiente sarà fondamentale. In questo senso la partecipazione prevede un sistema di iscrizione che impedirà la concentrazione di persone in un unico luogo. Sarà una mobilitazione con migliaia di momenti magici, un’esperienza indimenticabile, un momento che rimarrà nella nostra memoria.
Autodeterminazione e piena sovranità
Con la Via Pirenaica porteremo l’attenzione della comunità internazionale su una giusta causa in favore del diritto all’autodeterminazione dei popoli. Vogliamo esprimere il nostro rifiuto rispetto alle frontiere imposte, alla repressione e agli ostacoli antidemocratici che vogliono impedire la realizzazione della volontà democratica dei nostri popoli.
In Catalogna e nei Paesi Baschi aspiriamo alla piena sovranità, a decidere liberamente il nostro futuro e a trasformarlo in realtà. Condividiamo aspirazioni di sovranità e libertà con gli altri popoli d’Europa e rivendiamo che la nostra voce sia ascoltata e, allo stesso tempo, esigiamo rispetto per i nostri rispettivi popoli. Esigiamo rispetto della volontà maggioritaria espressa democraticamente, anche nel caso in cui si pronuncia a favore dell’indipendenza e della creazione di un nuovo Stato. Accenderemo migliaia di luci di speranza in tutti i Pirenei. Illumineremo il cammino della libertà. Sognamo un futuro migliore e, soprattutto, libero. Non ci sono ostacoli che non possano essere superati con la forza e la determinazione della gente.