di Jordi Miró
In questi giorni, su invito del Ministro francese dell’Oltremare, una delegazione di eletti indipendentisti della Nuova Caledonia è arrivata a Parigi per negoziare e trovare un accordo con lo Stato francese sulla data del nuovo referendum sull’indipendenza.
I primi referendum
Bisogna ricordare che in Nuova Caledonia sono stati già organizzati due referendum sull’indipendenza. Il primo nel 2018, con un risultato per i sostenitori del No all’indipendenza molto lontano da quello che sperava lo Stato francese e i partiti unionisti della Nuova Caledonia: il risultato ha visto un 43,6% per il Sì e un 56,7% per il No all’indipendenza nonostante un mese prima tutti i sondaggi davano il No vincitore con un 66% contro il Sì al 34%.
Il 4 ottobre del 2020 è stato celebrato il secondo referendum sull’indipendenza. Stavolta non è stata pubblicato nessun sondaggio prima della data del referendum. Il risultato è stato straordinario: con una partecipazione record dell’85,6% sono aumentati del 20% i voti per il Sì all’indipendenza e il No ha perso più del 3,5% dei voti.
Governo indipendentista
Dopo una crisi di governo provocata dagli indipendentisti a causa del disaccordo sulla cattiva gestione della crisi delle miniere di nichel di cui la Nuova Caledonia è uno dei primi produttori mondiali, dallo scorso febbraio il nuovo governo ha una maggioranza indipendentista. Degli 11 membri del gabinetto 6 sono indipendentisti. Questa situazione di maggioranza governativa indipendentista non si verificava dal 1999. Il governo unionista aveva tentato l’ultimo saccheggio prima del prossimo referendum cedendo i diritti di sfruttamento delle miniere di nickel a una multinazionale svizzera conosciuta per le sue aggressioni all’ambiente in tutto il pianeta e che ha l’opposizione dei sindacati indipendentisti e della maggioranza della società kanak.
Dobbiamo sottolineare inoltre che pochi giorni fa il quotidiano conservatore francese Le Figaro ha pubblicato un sondaggio nel quale più del 66% dei francesi si dichiarava favorevole all’indipendenza della Nuova Caledonia.
La delegazione kanak
Questo è il contesto politico nel quale si terranno a Parigi, dal 26 maggio al 3 giugno, riunioni al più alto livello tra lo Stato francese e la delegazione di indipendentisti kanak. Questa delegazione sarà guidata da Daniel Goa, presidente dell’Unione Caledone; Roch Wamytan, presidente del Congresso della Nuova Caledonia (uno dei firmatari degli Accordi di Matignon con lo Stato francese nel 1998 nei quali si concorda la via dei referendum sull’indipendenza sotto il controllo dell’ONU); Mickael Forrest, responsabile internazionale del FLNKS e interlocutore kanak nelle riunioni sulla decolonizzazione dell’ONU.
I temi
Le riunioni con lo Stato francese di questi giorni si occuperanno delle date del prossimo referendum, la proposta degli indipendentisti è che si svolga nel secondo semestre del 2022. Verrà presentato anche il progetto di Costituzione per la Nuova Caledonia, che affronta temi come la cittadinanza, le relazioni con la Francia e l’UE.
Inoltre, nello stesso pacchetto di discussioni, verranno trattati i temi dei nuovi votanti e del loro diritto di voto nel referendum, un tema che ha sempre generato tensioni con gli unionisti francesi che abitano in Nuova Caledonia.
Oltre al tema del referendum c’è un altra questione che fa da sfondo alle riunioni di Parigi: la gestione dell’attuale crisi riguardo le miniere di nickel, un tema chiave nel progetto di società degli indipendentisti del FLNKS.
Viaggio in Europa
Finite le riunioni di Parigi con lo Stato francese la delegazione kanak farà un viaggio diplomatico in Europa per informare sulla situazione politica e sul nuovo referendum sull’indipendenza. Il primo Paese che visiteranno sarà la Catalogna dove saranno ricevuti dalle istituzioni catalane e da vari attori economici. Il viaggio in Europa li porterà, tra gli altri Paesi, anche in Scozia dove si riuniranno con il governo indipendentista di Nicola Sturgeon e chiuderanno il viaggio al Parlamento Europeo, dove si riuniranno con vari gruppi parlamentari.
Un treno da non perdere
I kanak sono come una locomotiva che viaggia diretta e senza sosta verso l’indipendenza. Anche gli scozzesi, dopo la travolgente vittoria elettorale delle ultime elezioni, fanno vedere chiaramente quale sia il cammino. La Catalogna non può permettersi di lasciar passare il treno della storia men che meno con una maggioranza assoluta indipendentista di più del 53% dei voti. Ora c’è un governo, bisogna recuperare le forze e tornare a fare passi in avanti verso l’indipendenza.