Zone interne: Soru, la Regione deve assicurare scuola, sanità e trasporti

ZONE INTERNE, SORU A SEUI: LA REGIONE DEVE ASSICURARE AI PICCOLI PAESI 
SCUOLA, SANITÀ, TRASPORTI E SERVIZI.

Cagliari 31 gennaio 2024. «Abbiamo abbandonato la politica per la 
montagna, mentre i piccoli paesi dell’interno hanno bisogno di di 
salute, scuola, servizi di trasporto pubblico, di strade e anche di 
servizi nuovi come la fibra ottica per non continuare a sentirsi 
marginali.» L’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda 
Renato Soru stamattina a Seui, intervenendo all’assemblea congiunta dei 
Consigli comunali dei paesi della Barbagia di Seulo.

«A causa dell’accorpamento con le altre scuole della zona dell’istituto 
comprensivo globale Filiberto Farci di Seui – ha detto Soru davanti ai 
sindaci della zona e ai cittadini -, bambini e ragazzi del paese saranno 
costretti, dal prossimo anno scolastico, a fare 50 km per vedere 
garantito il loro diritto all’istruzione. E sono contento di vedere 
proprio loro e le loro famiglie in prima linea oggi a difendere la loro 
scuola. Sono totalmente con voi.»

«In questi ultimi decenni – ha continuato -, per risanare il debito 
pubblico, dove si è risparmiato? Dall’unica cosa dove si dovrebbe 
investire di più, cioè la scuola. Dalla scuola passa il futuro non solo 
di queste comunità, ma di tutta la Sardegna e della stessa Italia. 
Dobbiamo tutelare i diritti di queste bambine e questi bambini di 
crescere bene, istruiti, di fare il meglio della loro intelligenze e il 
loro talento. La Regione può intervenire con una nuova legge sulla 
scuola e risorse, facendo accordi con la direzione regionale e il 
ministero dell’Istruzione, così da poter decidere quali zone richiedono 
maggiore attenzione. Non si possono lasciare 4 mila persone con il 
dirigente scolastico a un’ora di distanza. Non possiamo abbandonare 
quella scuola, quelle famiglie, quei bambini e quelle bambine.»

«Non è stata colpita solo la scuola – ha detto ancora il leader della 
Coalizione sarda – , la seconda cosa su cui si è risparmiato è la vita 
degli esseri umani. E in questi territori lo state vivendo sulla vostra 
pelle. Ma la vita di una persona è ugualmente importante rispetto a 
quella di dieci o cento persone. Ma qui la medicina territoriale è stata 
dimenticata, sono stati dimenticati i medici e gli infermieri e quelli 
che ci sono non vogliono venire qui. Nella diplomazia, il personale che 
va a lavorare nelle sedi più piccole e isolate viene premiato con uno 
stipendio maggiore: facciamolo anche qui, paghiamo di più i medici per 
farli venire a lavorare qui. Diamo un premio per la scelta di una sede 
disagiata, vale qui e per tante zone della Sardegna.»

Soru ha anche ricordato che «in questa zona la sanità verrà avvicinata 
con una Casa della comunità già finanziata. Ci saranno – ha detto – 
medici, infermieri, un pediatra e la possibilità di avere le visite 
degli specialisti. Sarà anche il luogo della continuità assistenziale, 
di quella che oggi si chiama Guardia medica, perché la continuità 
dell’assistenza non può avere un orario. Anche la farmacia non è 
estranea al servizio sanitario regionale, fornisce tanti  servizi anche 
se ancora a pagamento perché non c’è una convenzione con la Regione. 
Tutti questi aspetti vanno messi in ordine.»

«Questi paesi hanno quindi bisogno di salute, scuola, servizi di 
trasporto pubblico, di strade. Ma hanno bisogno anche dei servizi nuovi, 
come la fibra ottica. I soldi ci sono. Abbiamo 3 miliardi di euro della 
Regione fermi, sono i soldi della programmazione finita nel 2020 e 
possono portare la fibra ottica in ogni casa della Sardegna. E la fibra 
ottica avrebbe la stessa velocità a Seui come a Oristano. Porterebbe un 
miglioramento per la scuola, l’assistenza sanitaria, l’avvicinamento dei 
servizi pubblici, possibilità di fare smart working anche da qui. Queste 
comunità non si sentirebbero più periferia – ha concluso Renato Soru -. 
C’è bisogno di tornare a fare una politica per la montagna e avere 
attenzione per i paesi dell’interno.»

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